Come si fa a non pagare i debiti? Questa è una domanda che probabilmente moltissime persone ogni giorno si pongono schiacciati dai troppi debiti, e per cui esistono risposte ben precise. Nelle prossime righe infatti, spiegheremo nel dettaglio come muoversi, prendendo ovviamente in considerazione metodi del tutto legali.

Come non pagare i debiti legalmente: la legge 3/2012

Abbiamo detto che non pagare i debiti legalmente è del tutto possibile. A spiegare nel dettaglio come questo possa avvenire, è la legge 3/2012 (legge salva suicidi), nota anche come “legge salva suicidi”, che tra l’altro ad oggi è stata interamente riscritta e implementata con ulteriori opportunità. Grazia a tale riforma infatti, è possibile accedere a quella che viene definita “esdebitazione senza utilità”.

Leggi qui i 7 benefici della legge 3/2012

Questo meccanismo consente alle persone dichiarate nullatenenti di liberarsi dai debiti nonostante l’assenza di una contropartita. Nella formulazione originaria della legge infatti, era prevista solamente una decurtazione del debito, anche se in percentuali importanti. Ora invece è possibile ottenere la completa cancellazione delle passività. L’opportunità è concessa a consumatori, famiglie, professionisti e mini-imprese.

Parliamo in sintesi di una via d’uscita “speciale” dal pericoloso tunnel dei debiti, ottenibile però solo una vola durante tutto l’arco della vita. Per ottenere questo importante beneficio non è necessario il consenso del soggetto creditore. È sufficiente infatti presentare l’autorizzazione del giudice. Il tribunale avrà il compito di valutare la meritevolezza del debitore.

Sostanzialmente, i debiti devono essere stati contratti per motivi che non siano ricollegabili a una grave colpa del debitore o alla malafede. Un esempio concreto potrebbe essere rappresentato da un imprevisto licenziamento, oppure dall’insorgere di spese mediche improvvise e di grossa entità. Ad ogni modo, non esiste alcuna esclusione, perché come detto la meritevolezza del debitore è decisa dal giudice.

Esdebitazione: gli obblighi del debitore

Abbiamo detto che l’esdebitazione senza utilità può essere concessa solamente una volta durante il corso della vita del debitore. Ma quali obblighi ha questa figura? Innanzitutto, se nei 4 anni successivi alla sentenza dovesse ottenere liquidità sufficiente a coprire almeno il 10% dei debiti oggetto del provvedimento, avrà l’obbligo di pagare. Guadagni per importi inferiori non vengono invece presi in considerazione.

In secondo luogo, per presentare la domanda al giudice, il debitore sarà tenuto a farsi assistere da un “Organismo di composizione delle crisi”. Solitamente in questi casi si fa riferimento a quelli presenti in Camera di Commercio. L’OCC si occuperà di redigere una relazione dettagliata, dove verrà certificata l’attendibilità e la completezza dei documenti presentati con la domanda.

Oltre a questo, verrà anche valutato se il debitore si è comportato in maniera diligente nel contrarre i debiti, e se anche i creditori hanno fatto altrettanto nel concedere i vari finanziamenti. A questo punto il giudice analizzerà la relazione accertando come detto la meritevolezza del debitore, e in assenza di colpa grave o dolo, concederà la cancellazione dei debiti.

Nel provvedimento verranno anche indicati termini e modalità di presentazione, da parte del debitore, delle certificazioni annuali collegate alle sopravvenienze che potrebbero permettere il pagamento dei debiti contratti nei successivi quattro anni. Il debitore sarà anche “sorvegliato” dall’Occ. Se dovessero sopravvenire utilità rilevanti, queste verranno distribuite ai creditori.

Quali debiti è possibile non pagare?

Come spiegato in precedenza, non esiste un vero e proprio elenco di debiti per cui è possibile richiedere la cancellazione. L’unico elemento che farà pendere l’ago della bilancia della decisione del giudice è quello della meritevolezza del debitore. Ad esempio, spese mediche improvvise di una certa entità, vengono sempre ritenute una ragione plausibile per accogliere la domanda.

Per quanto concerne i debiti contratti a causa derivanti dalla ludopatia, la giurisprudenza si è sempre rivelata incline ad ammettere questo tipo di soggetti alle procedure. Il presupposto in tali casi è l’incolpevolezza dei ludopatici rispetto a quelli che sono i debiti contratti. Quando invece si tratta di debiti aperti per consumi smodati derivanti da esigenze voluttuarie, come viaggi, auto o gioielli, l’accesso verrà sempre negato.

Altri metodi per non pagare i debiti

Quelle tra creditori e debitori sono battaglie antiche quanto l’uomo stesso. Proprio per questo motivo, moltissime persone sono sempre alla ricerca di altri metodi per non pagare i debiti, sempre rimanendo chiaramente nell’ambito della legalità. Ad esempio, prima di un eventuale pignoramento è possibile vendere i propri beni. L’atto di vendita però, è revocabile nel momento in cui viene dimostrata la volontà di frodare il creditore.

Lo stesso discorso è valido anche per la donazione dei beni. Si tratta di una pratica molto diffusa, ma anche in questo caso se il creditore riesce a dimostrare che la donazione è avvenuta solamente per sottrarsi al debito, può richiederne l’annullamento. In entrambi i casi però, viene posto un limite temporale alla richiesta di revoca, pari a 5 anni. Oltre tale limite, il creditore non avrà più modo di rivalersi sul debitore.