Cosa succede se un nullatenente non onora i suoi debiti? Assolutamente niente. Sia il creditore un privato o che sia il fisco. Questo perché un soggetto non può essere obbligato ad adempiere ad una prestazione per lui impossibile. Quindi, nessuna sanzione amministrativa, nessuna sanzione penale, ne tanto meno segnalazioni alla Centrale Rischi.

In fin dei conti il nullatenente è colui che non possiede nulla, anche se questo non vuol dire che sia immune dai controlli di Equitalia.

Ma partiamo dal principio, facendo luce su quella che è la figura del nullatenente. 

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Chi è il nullatenente?

Comunemente con il termine nullatenente si indica “chi non possiede nulla” o meglio, “chi non ha nessun bene intestato”. Dal punto di vista giuridico però, tale categoria ha assunto una valenza molto più amplia, includendo anche coloro che sono proprietari sì, ma di beni che non possono essere pignorati.

Quindi è possibile affermare che sia nullatenente colui che:

  • non è proprietario di immobili, fatta eccezione per la prima casa di residenza;
  • non percepisce lo stipendio o canoni di locazione ;
  • percepisce una pensione che non superi i 672,76 €;
  • non possegga un auto, a meno che questa non gli sia indispensabile per l’esercizio d’impresa o professione;
  • non sia proprietario di beni mobili;
  • non sia titolare del diritto al rimborso per risarcimento danno o pensione di invalidità;
  • non sia titolare di un conto corrente anche in rosso;
  • non abbia diritto al pagamento di crediti;
  • non possegga obbligazioni

Ora, passiamo ad analizzare cosa succede nel caso in cui un nullatenente non paghi i propri debiti.

nullatenente cosa rischia se non paga

Nullatenente e debiti: cosa rischia chi non paga

Alla luce di quanto letto in precedenza starete sicuramente pensando che farsi passare per nullatenente, evitando così di pagare i propri debiti, non sia quindi così difficile: basta vendere qualcosa qui, effettuare qualche passaggio di proprietà là e il gioco è fatto.

E invece no!

Onde evitare tale tipo di truffa infatti, nel caso in cui Equitalia o il Fisco non trovi beni da pignorare, daranno il via, per prima cosa, a delle indagini presso l’anagrafe tributaria e dei conti correnti.

Nel caso in cui tale ispezione dovesse andare male, passeranno poi a controllare tutta la storia del contribuente, in modo da verificare che questi non abbia, nei cinque anni precedenti, effettuato delle donazioni o delle vendite, al fine appunto di passare per nullatenente.

In tal caso, etichettato come frode, tali atti saranno soggetti di una revocatoria che annullerà tutta l’operazione, rendendo cosi il bene di nuovo attaccabile dal creditore, che potrà vedere soddisfatto il proprio credito. E non finisce qui.

Se, una volta individuate e revocate tale operazioni, dovessero venire fuori gli estremi della malafede, il debitore in questione potrebbe anche trovarsi oggetto di una segnalazione per sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte: reato punibile con una pena detentiva che può variare dai sei a quattro anni di prigione.

Ammesso che l’importo evaso superi i 50.000 €

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