Il saldo e stralcio è una procedura ampiamente utilizzata per risolvere situazioni di indebitamento che diventano insostenibili. Questo meccanismo consente di estinguere un debito pagando una cifra inferiore rispetto a quella originaria, attraverso un accordo tra debitore e creditore. Il debitore offre una somma ridotta in un’unica soluzione (saldo), e il creditore accetta di rinunciare alla parte restante del debito (stralcio), considerandolo estinto. Esiste anche una variazione del saldo e stralcio che consente il pagamento in rate, denominata saldo e stralcio a rate. In questa modalità, il debitore può risarcire la somma concordata in più tranche, anziché in un’unica soluzione. Sebbene vantaggiosa per entrambe le parti, la cancellazione dalle liste dei cattivi pagatori e la sospensione di eventuali pignoramenti avvengono solo al pagamento dell’ultima rata prevista dall’accordo.

 

Una volta che l’accordo di saldo e stralcio viene rispettato, diventa ‘a saldo e stralcio di ogni pretesa’, il che significa che il creditore non può avanzare ulteriori richieste. L’intero debito si considera chiuso, liberando completamente il debitore da ogni obbligo.

Questo strumento può essere applicato sia per debiti con istituti bancari e finanziari, sia per debiti con altri soggetti, come enti pubblici o privati. Ad esempio, il saldo e stralcio immobiliare viene impiegato per evitare la vendita all’asta di un immobile pignorato, mentre il saldo e stralcio delle cartelle esattoriali rientra nelle misure di pace fiscale, consentendo di chiudere i debiti con l’Agenzia delle Entrate pagando solo una parte di quanto dovuto.

Non tutti i debiti possono essere stralciati. Le percentuali di riduzione del debito nel saldo e stralcio a rate variano in base all’ISEE del debitore. Ad esempio, con un ISEE inferiore a 8.500 euro, è possibile proporre il pagamento del 16% del debito totale, mentre con un ISEE fino a 20.000 euro, si può arrivare a offrire fino al 35% del debito. Solitamente, il saldo e stralcio è applicabile a debiti con banche, finanziarie o tra privati, come prestiti personali e carte di credito revolving. Al contrario, non è possibile applicare questa procedura a debiti legati a rapporti di lavoro, come il TFR, o a debiti contratti con la pubblica amministrazione, come quelli relativi a tributi non pagati.

Un rischio rilevante nel saldo e stralcio riguarda il mancato rispetto dell’accordo. In questo caso, il debito potrebbe tornare all’importo originale, e il creditore potrebbe attivare procedure di recupero più aggressive, basandosi sul documento di saldo e stralcio che attesta la reale esistenza del debito.

Saldo e Stralcio con le Banche

Saldo e Stralcio Banche: significato percentuale e come richiedere stralcio a rate

Nel caso di debiti con banche o istituti finanziari, il saldo e stralcio è spesso la soluzione preferita dal creditore, che evita così procedure giudiziarie costose e recupera una parte del credito. Un esempio tipico è quello di un debitore che non riesce a far fronte al pagamento delle rate di un prestito o mutuo. In questa situazione, è possibile negoziare con la banca per ottenere uno stralcio sul debito, proponendo un pagamento immediato di una somma inferiore.

La figura del legale è essenziale in questa fase, poiché le banche tendono a richiedere un pagamento in unica soluzione per accettare l’accordo. La negoziazione del saldo e stralcio con la banca può permettere di risparmiare fino al 50% o più del debito residuo.

Nel caso di debiti bancari e finanziari, il Saldo e Stralcio si applica in modo simile, ma è spesso il risultato di una trattativa diretta tra le parti. Il debitore, magari a seguito di una situazione di insolvenza o difficoltà economica, propone alla banca o alla finanziaria una cifra ridotta rispetto al debito originale, chiedendo che il restante venga “stralciato”.

Esempio pratico

Il Sig. Rossi ha accumulato un debito con la banca di 200.000 euro, ma si trova in difficoltà economiche perché la sua azienda ha chiuso. L’avvocato del Sig. Rossi propone alla banca di pagare 130.000 euro come saldo e stralcio. La banca accetta, preferendo incassare subito parte del debito, piuttosto che intraprendere una lunga e costosa procedura di recupero crediti.

Chi può richiedere il Saldo e Stralcio?

Il Saldo e Stralcio è riservato principalmente a soggetti in difficoltà economica. Un aspetto cruciale è la capacità del debitore di dimostrare una situazione finanziaria che giustifichi la riduzione del debito. Questo accordo è solitamente accessibile a:

  • Persone fisiche con un indicatore Isee del nucleo familiare non superiore a 20.000 euro.
  • Debitori che non possiedono beni o redditi aggredibili.
  • Soggetti in procedura di sovraindebitamento.

Anche nel caso di debiti commerciali, bancari o finanziari, la difficoltà economica del debitore è una condizione essenziale per richiedere un saldo e stralcio. Il supporto di un professionista è fondamentale in questa fase, in quanto la capacità di negoziare e presentare una proposta solida può fare la differenza tra il successo e il fallimento della trattativa.

Se il debito è garantito da un fideiussore o garante, la procedura di saldo e stralcio può diventare più complessa. Infatti, la banca o il creditore difficilmente accetteranno una proposta di saldo e stralcio prima di aver esaurito ogni risorsa del garante, che potrebbe includere la riscossione di stipendi, pensioni o proprietà immobiliari. Questo rende la presenza di un garante un ostacolo alla chiusura rapida del debito tramite saldo e stralcio

 

Procedura e requisiti per richiedere l’accordo

L’avvio di una procedura di saldo e stralcio richiede la preparazione di una proposta da parte del debitore, generalmente con l’ausilio di un professionista come un avvocato o un consulente finanziario, che può trattare direttamente con il creditore. La proposta deve indicare chiaramente gli importi e le tempistiche del pagamento, oltre a fornire documentazione sulla difficoltà economica del debitore. Questo passaggio è cruciale per aumentare le probabilità che il creditore accetti la proposta.

È importante sottolineare che non tutti possono richiedere il saldo e stralcio. Ad esempio, per accedere al saldo e stralcio delle cartelle esattoriali, è necessario che il richiedente abbia un ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente) non superiore a 20.000 euro. In altri casi, il creditore potrebbe rifiutare la proposta, soprattutto se ritiene di poter ottenere un maggiore recupero tramite altre procedure come il pignoramento.

È importante sottolineare che il saldo e stralcio non può essere proposto in qualunque momento della vita di un credito. Un aspetto fondamentale è proporre questo tipo di accordo nei momenti opportuni, che variano a seconda dello stato del debito e della disponibilità del creditore a trovare un compromesso. Proporre il saldo e stralcio in un momento sbagliato potrebbe comportare il rifiuto dell’accordo, anche se l’importo proposto è adeguato.

Quando è possibile richiederlo?

Possono richiedere il saldo e stralcio i debitori che si trovano in situazioni di sovraindebitamento o difficoltà economica conclamata. Tra i requisiti fondamentali rientrano:

  • Isee familiare inferiore a 20.000 euro;
  • Assenza di beni pignorabili o già pignorati;
  • Mancanza di reddito sufficiente a coprire l’intero debito.

In questi casi, il debitore può proporre un pagamento inferiore al debito originario, ottenendo uno stralcio del restante importo. Questo processo richiede generalmente l’assistenza di un legale esperto per negoziare l’accordo e garantire la sua validità giuridica.

Come funziona la proposta di Saldo e Stralcio?

La procedura inizia con una proposta formale da parte del debitore o del suo legale al creditore, in cui viene specificata la somma che si è disposti a pagare e le tempistiche di pagamento. La proposta deve essere supportata da documentazione che attesti la situazione di difficoltà economica del debitore. Elementi chiave da includere nella proposta sono:

  • L’importo originario del debito;
  • La cifra proposta a saldo;
  • Le condizioni di pagamento (unica soluzione o rateizzazione);
  • Le conseguenze in caso di mancato rispetto dell’accordo.

Non esiste una percentuale fissa per lo stralcio. L’accordo può prevedere una riduzione del debito che varia generalmente dal 30% all’80%, a seconda delle circostanze specifiche e della capacità di negoziazione.

Importo da offrire e tempistiche

Una delle domande più frequenti riguardo al saldo e stralcio è quanto offrire al creditore. Non esistono regole fisse che determinano l’importo esatto da offrire, ma le percentuali di riduzione del debito variano generalmente dal 30% all’80% del totale, a seconda di diversi fattori. Tra i più rilevanti vi sono la gravità della situazione economica del debitore, la tipologia del credito e le possibilità di recupero che il creditore percepisce realisticamente. Se il creditore è consapevole che il recupero totale del credito tramite azioni legali o esecutive sarà lungo o incerto, sarà più propenso ad accettare una riduzione più consistente.

Non esiste una cifra prestabilita per la proposta di saldo e stralcio, ma è importante che l’offerta sia ragionevole e sostenibile. Ad esempio, proporre un saldo del 10% su un debito di 50.000 euro potrebbe essere considerato irrealistico e portare al rifiuto della proposta. È consigliabile, soprattutto in caso di debiti garantiti da ipoteche, proporre una percentuale tra il 50% e l’80% del debito originario, tenendo conto delle risorse disponibili e della gravità della situazione economica.

È fondamentale che l’importo proposto rispecchi la reale capacità di pagamento del debitore. Offerte troppo basse o non supportate da una documentazione adeguata sulle difficoltà economiche del debitore potrebbero essere considerate irrealistiche e portare al rifiuto dell’accordo. Pertanto, la consulenza di un professionista, come un avvocato o un consulente finanziario, è essenziale per bilanciare le aspettative delle due parti e proporre un’offerta che sia allo stesso tempo sostenibile per il debitore e accettabile per il creditore.

Fattori che influenzano l’importo da offrire

L’importo da offrire può essere influenzato da diversi fattori, tra cui:

  • Lo stato del credito: un debito in sofferenza bancaria o prossimo a procedure esecutive potrebbe avere maggiori chance di essere risolto con un saldo e stralcio, poiché il creditore ha minori probabilità di recuperare l’intero importo.
  • Il valore delle garanzie: nel caso di un debito garantito da beni come un immobile, l’importo offerto potrebbe essere correlato al valore di mercato del bene pignorato o ipotecato.
  • I costi già sostenuti dal creditore: se il creditore ha già speso somme significative in procedure legali, potrebbe essere meno propenso ad accettare uno sconto elevato.

Tempistiche e momenti opportuni per proporre il saldo e stralcio

Un altro elemento cruciale per la buona riuscita del saldo e stralcio riguarda le tempistiche in cui proporre questo tipo di accordo. Il saldo e stralcio non può essere presentato in qualunque momento della vita del debito, ma dev’essere fatto nei momenti opportuni. Spesso, la proposta risulta più efficace quando il debito è in uno stato avanzato di difficoltà, come nel caso di una sofferenza bancaria o quando il debitore è già soggetto a procedure esecutive come il pignoramento o il decreto ingiuntivo.

Inoltre, è utile proporre il saldo e stralcio prima che le spese legali del creditore aumentino troppo. Ad esempio, il creditore potrebbe essere più disposto a negoziare prima che il procedimento di pignoramento raggiunga le fasi più avanzate, in cui le spese per avvocati e tribunali renderebbero meno vantaggiosa una trattativa. Temporeggiare, sperando che il creditore accetti offerte più basse in futuro, può essere rischioso e portare a una perdita di opportunità.

Il momento ideale per richiedere il saldo e stralcio a rate è prima che inizino le procedure esecutive o i pignoramenti. In questa fase, il creditore potrebbe essere più incline ad accettare un accordo, dato che le spese legali sono ancora limitate.

Valutazione della proposta

Le tempistiche per la valutazione di una proposta di saldo e stralcio variano a seconda del creditore e della complessità della situazione, ma generalmente si tratta di un processo relativamente rapido. Una volta che la proposta viene presentata, con tutta la documentazione necessaria, il creditore può rispondere entro poche settimane. Tuttavia, in alcuni casi complessi, soprattutto quando sono coinvolti più creditori o quando il debito è soggetto a contestazioni legali, il processo può richiedere più tempo.

In sintesi, per massimizzare le possibilità di successo, il debitore deve presentare un’offerta credibile e ben strutturata, in un momento strategico, e avere pazienza durante il processo di valutazione, mantenendo una stretta comunicazione con il proprio consulente.

Saldo e Stralcio dopo il pignoramento e decreto Ingiuntivo

Anche dopo l’emissione di un decreto ingiuntivo o l’avvio di una procedura di pignoramento, il debitore ha ancora la possibilità di proporre un saldo e stralcio come soluzione alternativa. Queste situazioni, sebbene avanzate nel processo di recupero del credito, non precludono completamente la strada alla negoziazione tra debitore e creditore. Proporre un saldo e stralcio dopo un decreto ingiuntivo può essere una valida soluzione per evitare il pignoramento, soprattutto per chi si trova in difficoltà economiche. Sebbene sia preferibile proporre il saldo e stralcio prima dell’emissione del decreto, resta comunque un’opzione aperta anche in una fase avanzata del procedimento.

Il decreto ingiuntivo è un provvedimento emesso dal giudice che ordina al debitore di pagare un determinato importo entro un breve termine, pena l’esecuzione forzata. Nel caso in cui il decreto ingiuntivo sia già stato emesso, il saldo e stralcio richiede una negoziazione più complessa, e l’iter legale potrebbe differire rispetto a un saldo e stralcio tradizionale. Per questo è essenziale rivolgersi a uno studio legale specializzato, che può fornire l’assistenza necessaria per affrontare la situazione in modo appropriato e massimizzare le possibilità di successo.

Il pignoramento, invece, è l’atto esecutivo attraverso il quale il creditore tenta di recuperare coattivamente il proprio credito, aggredendo beni del debitore, come immobili, stipendi o conti correnti. In entrambi i casi, l’intervento tempestivo con una proposta di saldo e stralcio potrebbe bloccare il processo esecutivo prima che i beni vengano effettivamente venduti all’asta.

Tuttavia, è importante considerare che, una volta intraprese queste azioni legali, il creditore potrebbe essere meno disposto ad accettare una proposta di saldo e stralcio, soprattutto se ha già sostenuto costi legali significativi per avviare o proseguire la procedura. Spese per avvocati, oneri giudiziari e altre spese procedurali possono rendere il creditore più incline a proseguire nella via legale piuttosto che a negoziare una riduzione del debito. In tal senso, l’offerta di saldo e stralcio potrebbe dover essere più vantaggiosa rispetto a una situazione in cui non sono ancora state attivate procedure esecutive. Non esistono criteri rigidi per stabilire quanto offrire, ma è fondamentale che la proposta sia considerata seria e ragionevole. Un’offerta ben ponderata e credibile aumenta le probabilità che il creditore accetti la proposta, anche in presenza di un decreto ingiuntivo.

Tempistiche e blocco dell’esecuzione

Proporre un saldo e stralcio in questa fase critica, però, può ancora avere alcuni vantaggi per entrambe le parti. Dal punto di vista del debitore, un accordo può bloccare l’esecuzione forzata, evitando così la vendita dei beni all’asta e riducendo ulteriori danni finanziari. Dal lato del creditore, accettare una proposta di saldo e stralcio, anche dopo il pignoramento, consente di ottenere immediatamente una parte del credito senza dover attendere i tempi, spesso lunghi e imprevedibili, delle aste giudiziarie.

Va anche sottolineato che, in molti casi, i beni venduti all’asta non raggiungono un valore sufficiente a coprire interamente il debito, soprattutto a causa della deprezzazione tipica delle vendite giudiziarie. Per questo motivo, il creditore potrebbe preferire accettare un saldo e stralcio piuttosto che affrontare l’incertezza e i costi delle procedure esecutive.

Optare per il saldo e stralcio anche dopo l’emissione di un decreto ingiuntivo presenta vantaggi sia per il debitore sia per il creditore. Il debitore può estinguere definitivamente il proprio debito con un importo inferiore, mentre il creditore riceve comunque un pagamento senza dover sostenere ulteriori spese legali e amministrative associate al proseguimento delle procedure esecutive.

Conversione del pignoramento come alternativa

Se il saldo e stralcio non fosse accettato o se il creditore fosse meno incline a considerare tale soluzione, un’altra opzione disponibile per il debitore è la conversione del pignoramento. La conversione permette al debitore di sostituire i beni pignorati con un pagamento rateale, versando una somma iniziale di cauzione (di solito pari ad almeno un quinto del debito totale). Questa procedura consente al debitore di evitare la vendita dei beni pignorati e di ottenere un piano di rientro dilazionato, continuando a pagare il debito in rate mensili.

La conversione del pignoramento può essere una strada più percorribile nel caso in cui il creditore non sia disposto ad accettare una riduzione del debito, ma il debitore abbia comunque la capacità di sostenere i pagamenti nel tempo. Tuttavia, è necessario fare attenzione, poiché il mancato rispetto del piano di pagamento stabilito per la conversione potrebbe riattivare immediatamente il processo di esecuzione forzata.

Oltre al saldo e stralcio, un’altra opzione potrebbe essere la richiesta di rateizzazione del debito, attraverso un accordo transattivo. Sebbene meno vantaggioso rispetto al saldo e stralcio, l’atto di transizione consente di pagare il debito in scaglioni, spesso con clausole che garantiscono il creditore contro ritardi o mancati pagamenti.

Prospettive per il debitore

In definitiva, proporre un saldo e stralcio anche dopo un decreto ingiuntivo o un pignoramento può ancora rappresentare una soluzione vantaggiosa per il debitore, ma è fondamentale che la proposta sia ben strutturata e supportata da una chiara documentazione economica, dimostrando che il debitore non ha altre possibilità di adempiere al pagamento integrale del debito. Tempestività e strategia sono cruciali in questa fase avanzata del contenzioso. L’assistenza di un professionista esperto in queste situazioni è essenziale per elaborare una proposta adeguata e negoziare in modo efficace con il creditore, massimizzando le probabilità di successo dell’operazione.

Il Saldo e Stralcio nella sofferenza bancaria

Quando un debito viene classificato come sofferenza bancaria, significa che il creditore ritiene improbabile il recupero dell’intero importo attraverso le vie tradizionali. In questo contesto, il saldo e stralcio diventa una soluzione vantaggiosa per entrambe le parti. Il creditore preferisce ottenere una somma immediata, anche se ridotta, piuttosto che affrontare una lunga procedura legale con un esito incerto.

La sofferenza bancaria rappresenta lo stadio finale in cui la banca considera il recupero del credito improbabile. In molti casi, questo stato apre la strada a soluzioni come la cessione del credito a terzi, rendendo il saldo e stralcio una valida alternativa. Rivolgersi a un professionista è essenziale per capire quando proporre un accordo e ottenere un risultato positivo.

Liberatoria e cancellazione dalla CRIF

Cancellazione CRIF dopo saldo e stralcio

Una volta che un accordo di saldo e stralcio è stato correttamente concluso, è essenziale per il debitore richiedere e ottenere dal creditore una liberatoria. Questo documento ha il compito di attestare l’avvenuta estinzione del debito e rappresenta una prova formale del fatto che non esistono più obbligazioni economiche tra debitore e creditore. Nel contesto del saldo e stralcio, la liberatoria assume un valore particolarmente rilevante poiché sancisce ufficialmente la chiusura dell’accordo, anche se il debito è stato pagato in misura ridotta rispetto all’importo originario.

Ruolo della liberatoria nella cancellazione

La liberatoria è anche uno strumento fondamentale per avviare il processo di aggiornamento delle informazioni creditizie presenti nelle banche dati come la CRIF o la Centrale Rischi di Banca d’Italia. Tuttavia, è importante comprendere che la cancellazione dalla CRIF non avviene automaticamente con la chiusura del debito tramite saldo e stralcio. Infatti, la procedura standard prevede che, una volta concluso l’accordo, il debitore debba richiedere attivamente l’aggiornamento della propria posizione creditizia. Solo dopo la presentazione della liberatoria, i dati nelle banche creditizie possono essere aggiornati per riflettere che il debito è stato estinto.

Tempistiche e impatto della segnalazione

Nonostante l’accordo di saldo e stralcio possa risolvere una situazione debitoria, la segnalazione come cattivo pagatore potrebbe rimanere attiva nelle banche dati creditizie per un periodo massimo di 36 mesi a partire dall’ultima segnalazione negativa. Anche se il debito è stato estinto, il debitore potrebbe essere temporaneamente limitato nell’accesso a nuovi finanziamenti, a causa della persistenza di questa segnalazione.

La cancellazione automatica dalle banche dati non è prevista immediatamente dopo l’estinzione del debito con saldo e stralcio, ma deve essere richiesta direttamente dal debitore. Questa richiesta può essere inoltrata una volta ottenuta la liberatoria, che dovrà essere allegata come prova del pagamento e della chiusura del debito. Il professionista che segue il caso può supportare il debitore in questo processo, assicurandosi che la richiesta di cancellazione venga gestita correttamente e che i tempi di aggiornamento siano rispettati.

Importanza di conservare la liberatoria

Un aspetto cruciale da non sottovalutare è la necessità di conservare con cura la liberatoria. Questo documento potrebbe essere richiesto anche in futuro, sia per eventuali verifiche con le banche dati creditizie sia nel caso in cui si desideri presentare nuove richieste di finanziamento. In assenza di una corretta documentazione che dimostri l’estinzione del debito, il debitore potrebbe incorrere in difficoltà nel dimostrare la propria affidabilità creditizia.

Una volta concluso il saldo e stralcio, è essenziale ottenere una quietanza di stralcio, cioè un documento liberatorio da parte del creditore che attesti la completa estinzione del debito. Questo documento sarà fondamentale per aggiornare la propria posizione nelle banche dati creditizie, come la CRIF o la Centrale Rischi di Banca d’Italia. Tuttavia, la cancellazione dalle liste dei cattivi pagatori non avviene in automatico e richiede l’intervento del debitore per essere formalizzata.

Saldo e Stralcio con usura bancaria

 

Quando il debito è viziato da usura bancaria, è possibile ottenere uno stralcio ancora più significativo, arrivando a riduzioni fino al 90%. L’usura bancaria si verifica quando gli interessi applicati al debito superano il tasso soglia stabilito dalla legge. In questo caso, il debitore può contestare la validità del debito e richiedere una riduzione drastica dell’importo dovuto. L’usura bancaria è definita dall’Art. 644 del Codice Penale ed è stata riformulata dalla Legge n. 108 del 1996. Questa normativa prevede che l’usura si configuri quando il tasso d’interesse applicato supera il tasso soglia stabilito periodicamente dalla legge. Prima della riforma, l’usura si manifestava solo in presenza di uno ‘stato di bisogno’ del debitore, ma la nuova legge ha introdotto criteri più oggettivi basati sul tasso d’interesse.

Per ottenere il saldo e stralcio in caso di usura bancaria, è necessario presentare una documentazione accurata e una perizia che dimostri il superamento del tasso legale. La trattativa con il creditore può essere lunga e complessa, ma può portare a risparmi considerevoli. Non esiste un importo fisso per lo stralcio dei debiti viziati da usura, ma diversi fattori devono essere presi in considerazione. Questi includono la capacità patrimoniale del debitore, la correttezza della pattuizione degli interessi, la situazione economica e familiare, e le difficoltà del creditore nel recuperare il credito attraverso altre vie, come le esecuzioni forzate. Di solito, per ottenere il massimo sconto, è preferibile proporre un pagamento in un’unica soluzione. La documentazione necessaria varia a seconda del tipo di rapporto creditizio. Ad esempio, per i conti correnti, è essenziale fornire il contratto di apertura e gli estratti conto. Per i mutui, invece, è fondamentale presentare il contratto di mutuo, il piano di ammortamento e il documento di sintesi. In altri casi, come leasing o cessioni del quinto, è necessario allegare il contratto di finanziamento e i relativi documenti di sintesi.

Saldo e Stralcio delle cartelle esattoriali

Il saldo e stralcio delle cartelle esattoriali è una misura prevista dalla pace fiscale, che consente ai debitori di regolarizzare la propria posizione con l’Agenzia delle Entrate, pagando una quota ridotta del debito originario. Questa agevolazione è riservata a persone con comprovate difficoltà economiche e richiede la presentazione di un ISEE non superiore a 20.000 euro. Le percentuali di pagamento variano in base al reddito, con aliquote che vanno dal 16% al 35% del debito, e in alcuni casi è possibile richiedere una dilazione fino a cinque anni. Inoltre, il saldo e stralcio delle cartelle esattoriali rientra spesso in provvedimenti come la ‘pace fiscale’. Questi strumenti permettono al contribuente di stralciare una parte del debito verso l’Agenzia delle Entrate, eliminando sanzioni e interessi di mora, con aliquote che variano a seconda della situazione economica del debitore.

Chi ha diritto al Saldo e Stralcio delle cartelle?

Non tutti i cittadini possono accedere a questa forma di agevolazione fiscale. È riservata esclusivamente a chi ha un indicatore Isee non superiore a 20.000 euro. Le fasce di contribuenti che possono beneficiare di questa misura sono dunque coloro che si trovano in una situazione di particolare disagio economico.

In particolare:

  • Con un Isee fino a 8.500 euro, si paga il 16% dell’importo dovuto.
  • Con un Isee da 8.500 a 12.500 euro, si paga il 20% dell’importo.
  • Con un Isee da 12.500 a 20.000 euro, si paga il 35% dell’importo.

Questa misura offre dunque una significativa riduzione del debito per i soggetti con redditi molto bassi.

Rateizzazione del Saldo e Stralcio delle Cartelle

Per i debiti fiscali, è prevista anche la possibilità di rateizzare la somma dovuta fino a un massimo di 5 anni, suddividendo il pagamento in modo progressivo:

  • Il 35% del totale il primo anno.
  • Il 20% il secondo anno.
  • Il 15% il terzo e quarto anno.
  • Il 15% il quinto anno, con un interesse del 2%.

Questa modalità consente ai debitori di alleggerire l’onere di estinzione del debito, spalmandolo su più anni.

Come fare domanda per il Saldo e Stralcio delle cartelle

La domanda per accedere al saldo e stralcio delle cartelle esattoriali può essere presentata tramite due modalità:

  • Invio del modello SAST tramite PEC alla Direzione Regionale dell’Agenzia delle Entrate.
  • Consegna manuale del modulo presso uno degli sportelli dell’Agenzia delle Entrate.

Rottamazione delle cartelle

La rottamazione delle cartelle esattoriali è una misura fiscale che consente di saldare i propri debiti con il fisco, beneficiando della cancellazione di interessi e sanzioni accumulati.

Un esempio è la cosiddetta Rottamazione ter, o definizione agevolata dei carichi affidati all’Agenzia delle Entrate e Riscossione (Ader), introdotta dal 2018. Questa misura ha permesso a chi ha accumulato debiti con l’erario tra il 1° gennaio 2000 e il 31 dicembre 2017 di beneficiare di condizioni agevolate.

La Rottamazione quater (qui puoi informarti sulle prossime scadenze della rottamazione quaterprossime scadenze della rottamazione quater), invece, si applica alle cartelle di pagamento inviate prima della pandemia da Covid-19, ma include anche quelle ricevute successivamente. Questa nuova misura prevede il pagamento integrale delle imposte dovute, aggiungendo solo il 5% come importo forfettario per coprire interessi e sanzioni.

 

Vantaggi e rischi del Saldo e Stralcio

Il principale vantaggio del saldo e stralcio è la possibilità di estinguere un debito con un risparmio considerevole, liberando il debitore da un peso finanziario. Tuttavia, ci sono anche rischi da considerare. Se il debitore non rispetta gli accordi presi, ad esempio mancando un pagamento, il saldo e stralcio può decadere, ripristinando l’importo originario del debito e riattivando le procedure di recupero forzato. È quindi fondamentale rispettare rigorosamente i termini stabiliti con il creditore.

Il saldo e stralcio rappresenta una soluzione flessibile e vantaggiosa per risolvere situazioni di sovraindebitamento, sia per i debitori che per i creditori. Tuttavia, è una procedura complessa che richiede una trattativa attenta e una valutazione approfondita della situazione economica del debitore. L’intervento di un professionista è consigliato per massimizzare le probabilità di successo e per evitare complicazioni legali.

Un aspetto importante da considerare nel saldo e stralcio è che questo tipo di accordo non ha valore novativo. Ciò significa che, nel caso in cui il debitore non rispetti gli accordi presi con il creditore, il debito originario viene riattivato. In altre parole, se il debitore non adempie ai termini stabiliti per il saldo e stralcio, il creditore può richiedere nuovamente l’intero importo iniziale, comprensivo di eventuali interessi e sanzioni. È quindi fondamentale per il debitore assicurarsi di poter rispettare tutte le condizioni dell’accordo, per evitare di trovarsi nuovamente nella stessa situazione debitoria o, in alcuni casi, in una condizione peggiore.

Per il debitore, il principale vantaggio del saldo e stralcio a rate è la possibilità di distribuire i pagamenti su un periodo di tempo, alleviando l’onere finanziario immediato. Per il creditore, invece, la rateizzazione offre la possibilità di recuperare una parte del debito senza dover affrontare lunghe e costose procedure legali.

Un rischio associato al saldo e stralcio a rate è che, se il debitore non rispetta anche solo una delle scadenze concordate, l’intero accordo potrebbe decadere. In questo caso, il debito tornerebbe all’importo originale, con la possibilità di riattivare le procedure di recupero forzato

Novità 2024 sul Saldo e Stralcio

Dal 2024, il governo italiano ha introdotto diverse novità per quanto riguarda il saldo e stralcio, che rendono questo strumento ancora più accessibile ai debitori. Tra le principali novità:

  • Decreto Omnibus: Introdotta una norma che facilita la risoluzione dei debiti con le banche, imponendo ai creditori di accettare il saldo e stralcio, se la cifra proposta è pari al valore del credito acquistato maggiorato del 20%.
  • Sanatoria delle Cartelle Esattoriali: Possibilità di regolarizzare la posizione debitoria con lo Stato attraverso saldo e stralcio, riducendo l’importo dovuto per cartelle esattoriali.
  • Decreto Riscossione 2024: Approvato nel marzo 2024, introduce un meccanismo automatico di stralcio per i debiti fiscali non riscossi entro un quinquennio. A partire dal 2025, i debiti che non sono stati recuperati saranno cancellati automaticamente. Inoltre, il decreto prevede un nuovo sistema di rateizzazione, permettendo ai debitori di estinguere il debito in un massimo di 120 rate, rendendo più agevole la gestione del pagamento​ (fonte qui)
  • Decreto Legislativo n. 110/2024: Questo decreto, pubblicato ad agosto 2024, contiene misure di riordino della riscossione, con l’obiettivo di migliorare l’efficacia e la trasparenza nelle procedure di recupero dei crediti​(fonte qui).
  • Legge n. 18/2024 (conversione del Decreto Milleproroghe): Ha previsto significativi interventi relativi alla definizione agevolata delle cartelle esattoriali e introdotto nuovi meccanismi per facilitare il saldo e stralcio dei debiti con l’Agenzia delle Entrate​(fonte qui)
  • Sanatoria delle cartelle esattoriali: La legge di bilancio 2024 ha introdotto una nuova sanatoria che permette ai contribuenti di saldare i debiti con l’Agenzia delle Entrate con una riduzione significativa dell’importo totale dovuto, con aliquote che variano dal 16% al 35%, in base alla fascia di reddito del debitore (misurata tramite ISEE)​.

Queste novità offrono opportunità concrete ai debitori per gestire in modo più efficace e sostenibile i propri debiti.