La Legge 3/2012, meglio conosciuta come “Legge salva-suicidi”, è stata istituita per offrire una soluzione ai consumatori e alle società non fallibili che si trovano in uno stato di sovraindebitamento. Attraverso questa legislazione, una varietà di individui e entità, tra cui persone fisiche non imprenditrici, professionisti autonomi, enti non commerciali e start-up innovative, possono trovare una via d’uscita da situazioni finanziarie difficili. Questo articolo esplorerà i requisiti essenziali per l’accesso a queste misure di supporto, suddividendoli in criteri soggettivi e oggettivi, per comprendere come la legge miri a fornire un equilibrio tra le esigenze dei debitori e i diritti dei creditori. Infine prima di leggere, lasciami dire che i requisiti le cause di esclusione e i concetti a essi correlati che leggerai in questo articolo, sono aggiornati alle normative più recenti emanate in materia di sovraindebitamento nel 2024.

Requisiti soggettivi e oggettivi per accedere al sovraindebitamento

Il consumatore per poter beneficiare delle procedure di composizione della crisi deve possedere due requisiti:

1. Requisito soggettivo

La legge stabilisce chiaramente chi può beneficiare delle procedure di composizione della crisi da sovraindebitamento. Il primo requisito riguarda la natura del soggetto debitore:

  • Non deve essere assoggettato, né potenzialmente assoggettato, alle procedure fallimentari.
  • Possono accedere alla procedura:
    • Persone fisiche che non svolgono attività d’impresa
    • Professionisti, artisti e altri lavoratori autonomi
    • Imprenditori commerciali che operano al di sotto di determinate soglie
    • Enti privati non commerciali come associazioni
    • Imprenditori agricoli
    • Start-up innovative, a prescindere dalla loro dimensione

Questo insieme di soggetti mostra la volontà del legislatore di fornire un aiuto concreto a una vasta gamma di entità che, pur trovandosi in difficoltà finanziarie, non rientrano nelle categorie tradizionalmente protette dalle procedure fallimentari. Nel prossimo paragrafo, analizzeremo il secondo requisito indispensabile: il criterio oggettivo.

2. Requisito oggettivo

 

Il secondo pilastro su cui si regge l’accesso alle procedure di sovraindebitamento è il cosiddetto requisito oggettivo. Questo si focalizza sullo stato patrimoniale del debitore:

  • Deve essere evidente una condizione di perdurante squilibrio tra le obbligazioni assunte e le risorse economiche prontamente liquidabili per soddisfarle.
  • Ciò si traduce in significative difficoltà nel rispettare le proprie obbligazioni o in una incapacità definitiva di adempiere regolarmente ai propri debiti.

Questo stato di sovraindebitamento non deve essere transitorio ma una condizione stabile e protratta nel tempo, che mostra un’incapacità strutturale del debitore di far fronte ai propri impegni finanziari. Il riconoscimento di questa situazione è cruciale per l’accesso alle misure previste dalla legge, che cerca di offrire una via d’uscita equilibrata e giusta per i debitori onesti ma in difficoltà.

Nella sezione successiva, esploreremo le condizioni che escludono dalla procedura coloro che non rispondono a criteri di trasparenza e meritevolezza, ponendo le basi per comprendere come la legge cerchi di bilanciare gli interessi dei creditori con quelli dei debitori.

 

Le 4 condizioni di esclusione della procedura

Non tutti coloro che si trovano in uno stato di sovraindebitamento possono accedere alle procedure previste dalla Legge 3/2012. Vi sono specifiche condizioni di esclusione che mirano a preservare l’integrità del sistema e a prevenire abusi. Queste includono:

  • Precedenti procedure concorsuali: chi è già soggetto a procedure concorsuali diverse da quelle previste dalla legge in questione non può accedere a queste misure.
  • Precedenti ricorsi alle procedure: non è possibile accedere alle procedure di sovraindebitamento se si è già fatto ricorso a tali misure nei cinque anni precedenti.
  • Compromissioni nella gestione del debito: chi ha subito, per cause a lui imputabili, l’impugnazione, la risoluzione o la revoca dell’accordo o ha presentato documentazione incompleta o inadeguata per ricostruire la propria situazione economica e patrimoniale viene escluso.

Queste condizioni sono fondamentali per garantire che solo i debitori che si trovano in autentica difficoltà finanziaria, senza precedenti di gestione fraudolenta o negligente delle proprie risorse, possano beneficiare delle misure protettive offerte dalla legge. Nel prossimo paragrafo, ci concentreremo sulla valutazione della meritevolezza e della convenienza economica, aspetti chiave che il giudice deve considerare prima di ammettere un debitore a queste procedure.

Merito e convenienza economica

L’accesso alle procedure di sovraindebitamento non è solo una questione di soddisfare i criteri oggettivi e soggettivi; richiede anche una valutazione positiva della merito del debitore e della convenienza economica della procedura stessa. Questi aspetti sono analizzati dettagliatamente nelle diverse fasi del processo:

  • Merito: il giudice valuta la merito del debitore, considerando l’integrità e la trasparenza dimostrate nel gestire le proprie finanze. Elementi come la diligenza nell’assumere obbligazioni e l’assenza di atti fraudolenti nei confronti dei creditori sono essenziali.
  • Convenienza economica: a seconda del tipo di procedura, la convenienza economica può essere valutata dai creditori o dall’organo di composizione della crisi (OCC). In alcuni casi, si considera se la proposta di ristrutturazione del debito presentata dal debitore sia più vantaggiosa per i creditori rispetto all’alternativa di una liquidazione del patrimonio.

Questi criteri assicurano che le procedure siano utilizzate in modo responsabile e che portino a soluzioni equilibrate che rispettino i diritti sia dei debitori che dei creditori. Nel paragrafo successivo vedremo come queste valutazioni influenzino le diverse tipologie di procedure di sovraindebitamento e quale impatto abbiano sulla risoluzione della crisi finanziaria del debitore.

Non possono accedere al queste procedure coloro che sono in queste condizioni:
* essere soggetto a procedure concorsuali diverse da quelle previste dalla L.3/2012;
* aver fatto ricorso, nei precedenti cinque anni, ai procedimenti di composizione della crisi da sovraindebitamento;
* aver subito, per cause imputabili al debitore, l’impugnazione e/o la risoluzione dell’accordo e/o la revoca e/o la cessazione degli effetti dell’omologazione del piano del consumatore;
* aver presentato una documentazione che non consente di ricostruire compiutamente la sua situazione economica e patrimoniale.

Le procedure di sovraindebitamento richiedono una dettagliata valutazione di meritevolezza e convenienza economica, elementi cruciali per determinare l’ammissibilità del debitore alle misure previste dalla legge. Questi criteri variano leggermente a seconda del tipo di procedura scelta: l’accordo del debitore, il piano del consumatore, o la liquidazione del patrimonio.

Meritevolezza nell’accordo del debitore

Nell’accordo del debitore, il giudice deve verificare l’assenza di atti fraudolenti compiuti negli ultimi cinque anni. Questo serve per accertare che non ci siano stati tentativi di sottrarre patrimonio alla portata dei creditori. Se tali atti vengono scoperti, può essere revocato il decreto di ammissione alla procedura. Per quanto riguarda la convenienza economica, è direttamente proporzionale alla volontà e alle decisioni dei creditori, che esprimono il loro consenso attraverso il voto. È quindi possibile che un accordo non preveda la cessione dell’intero patrimonio del debitore, a patto che i creditori lo approvino.

Meritevolezza nel Piano del consumatore

Il piano del consumatore prevede un’analisi più rigida della meritevolezza, gestita dal giudice e dall’organo di composizione della crisi (OCC). L’OCC deve presentare una relazione dettagliata che includa:

  • Le cause dell’indebitamento.
  • La diligenza con cui il debitore ha assunto le obbligazioni.
  • Le ragioni dell’incapacità di adempiere alle obbligazioni.
  • Un resoconto sulla solvibilità del consumatore negli ultimi cinque anni.
  • La presenza di eventuali atti impugnati dai creditori.

Inoltre, il giudizio sulla convenienza economica è rimesso all’OCC, che deve valutare se il piano proposto offre un vantaggio maggiore rispetto alla liquidazione del patrimonio.

Meritevolezza nella liquidazione del patrimonio

Infine, nella procedura di liquidazione del patrimonio, è necessario che il debitore allega gli atti di disposizione degli ultimi cinque anni. L’OCC deve fornire una relazione approfondita sulle cause del sovraindebitamento e sulla solvibilità del debitore, oltre a verificare l’assenza di atti in frode. Il giudice valuterà queste informazioni per determinare la meritevolezza del debitore e decidere se procedere con la liquidazione del patrimonio.

Queste diverse valutazioni assicurano che le procedure di sovraindebitamento siano applicate in modo giusto e equilibrato, proteggendo i diritti sia dei debitori che dei creditori. La legge cerca così di fornire una seconda possibilità a chi si trova in gravi difficoltà finanziarie, purché dimostri di agire in buona fede.