La categoria dei soggetti non fallibili viene stabilita dalla legge fallimentare. Lo scopo è quello di aiutare le macro-categorie a risolvere la crisi con opportune iniziative.
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Chi sono i soggetti non fallibili
Secondo la legge fallimentare, i soggetti non fallibili sono i seguenti:
- liberi professionisti e lavoratori autonomi;
- enti non commerciali (associazioni sportive o associazioni di volontariato);
- consumatori, ossia le persone fisiche con debiti accumulati notevoli e impossibilitati a pagarli;
- start-up all’insegna dell’innovazione;
- piccoli imprenditori commerciali che non hanno superato le soglie stabilite dalla legge fallimentare.
La legge fallimentare all’art. 1 stabilisce che le imprese soggette al concordato preventivo e al fallimento, e di conseguenza gli imprenditori commerciali, sono quelle che oltrepassano una delle soglie di fallibilità, ossia:
- quando i ricavi lordi annui hanno superato la soglia dei 200.000 euro nei tre anni antecedenti alla presentazione della domanda;
- quando l’attivo patrimoniale supera i 300.000 euro annui nei tre anni antecedenti alla presentazione della domanda fallimentare;
- quando viene presentata la domanda di fallimento, i debiti che sono scaduti ammontano almeno a 500.000 euro.

Soggetto non fallibile con debiti: cosa succede?
Nel caso in cui i soggetti non fallibili versano in una situazione economico-finanziaria di estrema difficoltà, sono oberati di debiti e sono impossibilitati a fronteggiare i propri debiti, la legge prevede alcune possibili soluzioni che permettono loro di riequilibrare nel giusto modo i propri debiti con i creditori.
In questo modo la sua attività imprenditoriale o professionale non dovrà interrompersi bruscamente.
Il riferimento specifico è da attribuirsi alla Legge 3/2012 chiamata Legge salva-suicidi, un provvedimento che consente a un soggetto non fallibile afflitto da troppi debiti di riuscire a liberarsene stipulando con i propri creditori degli accordi.
L’intento di questo soggetto è di riuscire ad arrivare in tribunale chiedendo la procedura di esdebitazione.
I soggetti non fallibili possono raggiungere tale obiettivo se ricorrono a una delle tre procedure che il quadro normativo prevede e che sono le seguenti:
- La procedura per la liquidazione dei beni: attraverso questa procedura, il soggetto non fallibile rende disponibile il proprio patrimonio per la liquidazione. Il ricavo che deriva dalla liquidazione ceduta potrà soddisfare le pretese dei creditori;
- L’accordo per ristrutturare il debito: con questo accordo, un imprenditore non fallibile può presentare un piano di pagamenti personalizzato. Per la validità di tale piano e la sua relativa applicazione, il 60% dei creditori dovranno accettarlo. Inoltre è necessaria l’omologazione da parte del giudice;
- Il piano del consumatore: il consumatore (e soltanto lui) può proporre ai propri creditori un piano con pagamenti a rate dei debiti pendenti. Anche in questo caso è necessaria l’approvazione del giudice.
Quando esposto sopra è soltanto una sintesi ad appannaggio dei soggetti non fallibili che necessitano di informazioni di carattere legislativo per risolvere la loro situazione di sovraindebitamento.