Il ravvedimento operoso è un istituto di diritto tributario che permette ai soggetti di mettersi in regola con il fisco in caso di mancato pagamento totale o parziale di tasse e imposte.
Con il “ravvedimento” il soggetto ammette la propria posizione di mora e che intende porvi rimedio, grazie a questa espressione di volontà il soggetto ha accesso ad agevolazioni e riduzioni delle sanzioni.
Scopriamo nel dettaglio il ravvedimento operoso ed esaminiamo:
- cos’è e in cosa consiste,
- di quanto si riducono le sanzioni dopo il ravvedimento,
- quali modelli utilizzare,
- dove e come si fanno i versamenti per saldare la posizione fiscale.
Cos’è e in cosa consiste il ravvedimento operoso
Il ravvedimento operoso è un istituto di diritto fiscale inserito nella legislazione nel 1997 con il Decreto Legislativo n. 472 all’articolo 13.
Successivamente il DL 193/2016 ha ulteriormente ampliato il raggio di adesione a questa pratica e aumentato i vantaggi per chi decide di aderire.
Quando il soggetto decide di fare il ravvedimento operoso, decide di regolarizzare la propria posizione fiscale nell’ambito di ritardi e omissioni di pagamento di:
- imposte dovute;
- gli interessi dovuti collegati;
- le sanzioni per morosità.
Gli interessi si calcolano in base al tasso d’interesse legale e in base al periodo di tempo di ritardo del pagamento quindi più tardi si paga più gli interessi saranno alti.
Il ravvedimento operoso si verifica quando il soggetto dichiara che vuole volontariamente e spontaneamente pagare gli arretrati, l’unica condizione per cui non si può verificare il ravvedimento operoso è la ricezione degli atti liquidazione e accertamento.
Anche se gli accertamenti e le ispezioni sono iniziate ma non si è ancora ricevuta la notifica di tali atti, il ravvedimento operoso può essere utilizzato.
Come si riducono le sanzioni del ravvedimento operoso
Le sanzioni con il ravvedimento operoso si riducono in base a quando viene eseguito il versamento rispetto al termine di pagamento.
Ecco le riduzioni delle sanzioni in base a quando avviene il pagamento:
- Entro 15 giorni dalla scadenza del pagamento: la sanzione è 1/15 di quella standard;
- Entro 30 giorni dalla scadenza del pagamento: la sanzione è di 1/10 di quella regolare;
- Entro 90 giorni dalla scadenza: la sanzione è di 1/9 di quella ordinaria;
- Entro 1 anno: la sanzione è di 1/8;
- Entro 2 anni: la sanzione è di 1/7;
- Dopo i 2 anni dall’errore: la sanzione è pari a ⅙ di quella standard;
- Se il ravvedimento operoso avviene dopo la constatazione della violazione da parte del fisco: la sanzione è di 1/5 di quella ordinaria.
In definitiva si può dire che più passa il tempo in cui il soggetto dichiara il ravvedimento operoso più è alta la sanzione.
I modelli da usare per il ravvedimento operoso
I modelli da usare per il ravvedimento dipendono da quali tipi di tasse e imposte sono oggetto della dichiarazione.
Vediamo i più comuni:
- Modello F24: per imposte sui redditi e correlate, Irap, Iva e imposte sugli intrattenimenti;
- Modello F23: per le imposte di registro;
- Modello F24 Elide: per i tributi relativi ad affitti e locazioni, imposte di bollo, rilascio certificati immobiliari e ipoteche.
Come e dove effettuare i versamenti
Per i possessori di partita IVA il versamento è da fare obbligatoriamente in via telematica tramite:
- il sito e i servizi dell’Agenzia delle Entrate;
- i servizi di internet Banking della propria banca;
- tramite intermediari abilitati Entratel (come i Caf).
Per i non possessori di partita IVA, il versamento può essere effettuato in via telematica attraverso i canali menzionati qui sopra, oppure in via cartacea agli sportelli degli intermediari abilitati come le banca, gli uffici di Poste Italiane o Caf.
Come abbiamo visto, il ravvedimento operoso è un’ottima possibilità di regolarizzazione della propria posizione fiscale sfruttando anche delle agevolazioni in termini di riduzione delle sanzioni.