Esistono alcune cause che possono comportare la nullità di una cartella esattoriale che può quindi essere impugnata. Si possono individuare vizi nella sostanza, se il debito è interamente o parzialmente inesistente, e vizi di forma, se esistono errori formali che rendono l’atto nullo.
In quest’articolo scopriamo se e come è possibile presentare ricorso.
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Notifica cartelle di pagamento: quali sono vizi e nullità
Se i vizi insanabili invalidano la funzione esecutiva della riscossione coatta del credito, le cartelle esattoriali sono nulle.
Il contribuente che si accorge di vizi di sostanza o di forma nell’atto e decide di volerlo impugnare deve richiamare una Commissione Tributaria entro 60 giorni dalla ricezione della notifica della cartella esattoriale.
Dopo la notifica dell’atto, la cartella esattoriale può essere impugnata solo se presenta dei vizi propri. Quindi è necessario distinguere i vizi di merito (o sostanza) che riguardano l’esistenza o meno di parte o del totale di un debito, dai vizi di forma, come la mancata notifica della cartella.
Quali sono i vizi principali causa di nullità di una cartella esattoriale
I vizi più ricorrenti che rendono una cartella esattoriale nulla sono:
- i termini di decadenza, conteggiati a partire dalla data di invio, non vengono rispettati;
- scarse o omessi presupposti di fatto e ragioni giuridiche (motivazioni della cartella esattoriale);
- omessa indicazione del responsabile del procedimento e della sottoscrizione della cartella di pagamento;
- mancato conteggio degli interessi che possono aiutare il debitore a verificare i calcoli del concessionario;
- notifica della cartella con vizi (presentata in maniera irregolare).