Gli interessi di mora sono una parte di interessi aggiuntivi che si iniziano a pagare nel momento in cui c’è un ritardo nel pagamento delle rate di un debito.
Sono conosciuti anche come interessi di ritardo o interessi moratori e rappresentano la penalizzazione finanziaria imposta a un debitore per il mancato rispetto delle scadenze di pagamento stabilite.
Sono un vero e proprio costo maggiorato come una sorta di sanzione per aver ritardato il pagamento di una rata di un debito oppure una somma dovuta.
L’interesse di mora non si paga per sempre, l’importo della mora si riferisce solo alla rata che ha subito il ritardo di pagamento.
Facendo un esempio.
Se abbiamo all’attivo un finanziamento con la nostra banca per aver acquistato una macchina nuova, avremo un piano che specifica l’importo delle rate e la periodicità.
Supponiamo di dover pagare la rata mensilmente (come nei casi più comuni), ma il mese scorso abbiamo pagato in ritardo perché non avevamo abbastanza liquidità.
Nel momento in cui abbiamo pagato la rata arretrata abbiamo pagato anche il sovrapprezzo degli interessi di mora.
Più avanti nell’articolo ci occuperemo di spiegare in modo dettagliato come viene calcolato questo sovrapprezzo.
Ora invece andiamo a specificare perché si applicano gli interessi di mora, perché la legge li ha previsti.
Leggi: Cosa rischia chi non paga i debiti
Perché si applicano gli interessi di mora
Gli interessi di mora servono principalmente a due scopi: incentivare il pagamento tempestivo e compensare il creditore per il disagio e il rischio finanziario dovuto al ritardo.
Il motivo alla base degli interessi di mora è abbastanza semplice: quando una parte in un accordo non rispetta i tempi di pagamento concordati, viene applicata una penalità finanziaria sotto forma di interessi di mora.
Questa penalità viene calcolata in base a una percentuale stabilita nel contratto o, in assenza di indicazioni specifiche, in base a quanto previsto dalle leggi locali o nazionali.
La percentuale degli interessi può variare notevolmente, ma l’obiettivo principale è quello di riflettere il costo opportunità per il creditore, ovvero l’opportunità persa di investire quel denaro altrove o l’eventuale rischio associato al mancato pagamento.
Inoltre, gli interessi di mora fungono anche come compensazione per il ritardo del pagamento.
Quando un debitore non paga entro la data prevista, il creditore subisce un danno finanziario.
Gli interessi di mora rappresentano una forma di compensazione per questo danno, consentendo al creditore di essere indennizzato per l’uso ritardato dei propri fondi.
Possiamo considerare questo tipo di interessi come un misura punitiva per i ritardi nei pagamenti, ma anche uno strumento fondamentale per promuovere la responsabilità finanziaria, proteggere i creditori.
Come si calcolano gli interessi di mora
Gli interessi di mora si calcolano a un tasso superiore al tasso legale a cui è soggetto il prestito.
Visto che deve penalizzare il ritardo del pagamento, il calcolo degli interessi di mora avviene su base giornaliera.
La formula per calcolarli fa riferimento proprio al numero di giorni di ritardo del pagamento.
Naturalmente, più giorni ci sono di ritardo e più alti saranno gli interessi di mora.
La formula degli interessi di mora è la seguente:
Importo dovuto X tasso di mora X numero di giorni di interessi maturati / 365
Dove:
- l’importo dovuto è l’importo della rata di cui abbiamo saltato il pagamento,
- il tasso di mora è il tasso di interesse (più alto rispetto al tasso di interesse del finanziamento) che deve essere specificato nel contratto di finanziamento,
- il numero di giorni di interessi maturato non sono altro che il numero di giorni di ritardo del pagamento su cui si deve calcolare effettivamente la mora
- 365 è il numero di giorni dell’anno.
365 è una quota fissa della formula ed è valida anche per gli anni bisestili dove i giorni sono 366.
Il tasso di mora varia da banca a banca e da istituto finanziario a istituto finanziario, il decreto 192/2012 impone soltanto che l’interesse di mora non possa essere più alto dell’8%.
Tutto il resto è a discrezione dell’istituto.
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Quando il debitore è tenuto a pagare gli interessi di mora
Abbiamo detto che gli interessi di mora si verificano in caso di ritardo nel pagamento, ma questo non significa che un semplice ritardo preveda in modo automatico e scontato lo scatto della mora.
Cosa significa questo?
Significa che per essere ufficiale, la mora deve avere un iter ben preciso segnalato anche all’interno del contratto del finanziamento.
Il creditore che non ha ricevuto il pagamento della rata, dovrà far partire l’iter di richiesta del pagamento.
Il creditore dovrà cioè inviare una lettera di richiamo tramite raccomandata A/R entro 30 giorni dal ritardo (cioè dalla scadenza della rata).
Se il debitore, al ricevere la lettera di richiamo, procede con il pagamento della rata, allora non c’è nessun interesse aggiuntivo.
Se invece il debitore, al ricevere la lettera di richiamo, non procede con il pagamento, scattano in automatico gli interessi di mora con il calcolo dei giorni di ritardo.
A questo punto non si può più patteggiare e al debitore non resta che pagare la mora.
C’è solo un caso in cui il debitore non è tenuto a pagare gli interessi di mora nonostante il mancato pagamento della rata: se il mancato pagamento è dovuto da un errore della banca che sia dimostrabile.
Un esempio?
Se per motivi tecnici il bonifico automatico del pagamento della rata non è andato a buon fine e la banca non l’ha comunicato al debitore.
In questo caso manca l’intenzionalità a non pagare e quindi il debitore non deve essere punito con gli interessi di mora.