Come evitare i controlli fiscali? Diciamo che in realtà il rischio ci sarà sempre, ma si possono evitare gli accertamenti fiscali con qualche piccolo accorgimento, come:
- Evitare di pagare in contanti e preferire modalità tracciabili così che sia possibile dimostrare l’uso delle somme di denaro;
- Certificare i prestiti e i finanziamenti anche quando si tratta di familiari così da poter giustificare al fisco, se necessario, lo spostamento di denaro;
- Dichiarare tutti i redditi percepiti perché l’Agenzia delle Entrate incrocia tutti i dati e può scoprire delle incongruenze per la posizione fiscale;
- Non esagerare con le spese per non dare troppo nell’occhio;
- Tenere sotto controllo il redditometro, cioè se si certifica un reddito basso ma poi si posseggono auto di lusso, immobili, yatch scatterà il campanello di allarme;
- Non bisognerebbe avere troppi conti correnti per non insospettire il Fisco;
- Conservare sempre ogni giustificativo di operazioni, soprattutto quando si tratta di una donazione trasferita da un conto all’altro;
- Troppi accessi alla propria cassetta in sicurezza in banca potrebbero destare sospetti, per cui conviene limitarli
Controllo fiscale: cos’è e quando scatta
Ma quando si può parlare di controllo fiscale? Il controllo fiscale è l’accertamento effettuato per verificare l’effettiva posizione fiscale del contribuente. Scatta infatti quando il contribuente fornisce dei dati diversi rispetto a quelli in possesso del fisco. Ad esempio, potrebbe scattare un accertamento fiscale nei seguenti casi:
- Quando la dichiarazione dei redditi presentata dal contribuente attesta un importo inferiore rispetto a quello percepito e quindi il fisco si accorge di bonifici sul conto non giustificati, cioè che ci sia stato un guadagno maggiore rispetto a quello dichiarato;
- Se il contribuente ha una casa ma in base ai soldi dichiarati in realtà non avrebbe mai potuto acquistarla;
- Se un’azienda dichiara un fatturato basso ma ha delle uscite alte e dunque dimostra un’incongruità numerica;
- Quando un pensionato dichiara di avere una pensione bassa ma poi nel corso dell’anno non preleva mai dal conto corrente, per cui il fisco si domanderà da dove prenda i soldi;
- Un agente di commercio dichiara un reddito che risulta incompatibile con gli scontrini presentati per scaricare le spese della benzina dalle tasse
Controllo fiscale: come comportarsi
Al termine del controllo fiscale l’Agenzia delle Entrate rilascia un avviso di accertamento contestando una posizione irregolare del contribuente, che pertanto sarà soggetto a sanzioni. L’accertamento per essere legittimo, però, deve essere sottoscritto dal direttore dell’ufficio che lo ha emesso o da un suo delegato e deve contenere l’intimazione al pagamento richiesto entro 60 giorni dalla notifica. Il contribuente avrà quindi a disposizione due mesi per contestare l’avviso di accertamento o dovrà pagare. Al termine dei 60 giorni se il contribuente non ha saldato il pagamento l’avviso diventerà esecutivo e scatterà l’invio della cartella esattoriale.