Hai saltato una rata e sei stato contattato da una società di recupero crediti?
Già dopo il primo ritardo nei pagamenti, le telefonate possono diventare sempre più insistenti, spesso accompagnate da toni minacciosi o affermazioni scorrette.

Molti operatori, infatti, sono pagati a provvigione: guadagnano solo se riescono a recuperare il credito. Questo li porta a fare pressione psicologica sul debitore, anche con frasi intimidatorie prive di fondamento legale. Ma è proprio qui che inizia la tua possibilità di difenderti: conoscendo i tuoi diritti, i limiti legali delle società di recupero crediti e le strategie corrette da attuare, puoi proteggerti da abusi e agire con consapevolezza.

In questo contenuto trovi tutto ciò che è importante sapere per rispondere con lucidità e evitare errori che potrebbero aggravare la tua situazione.

Difentiti conoscendo i tuoi diritti, eccoli

Di seguito potrai trovare un elenco di tutti i diritti del debitore in caso di recupero crediti.

  • Numero call center: il numero dal quale l’operatore del call center chiama non deve mai essere oscurato, bensì interamente visibile;
  • Obbligo di presentarsi: l’operatore ha l’obbligo di presentarsi con nome e cognome, indicando il nome della società da cui chiama e senza millantare titoli inesistenti (spesso chi chiama dice di essere dipendente della banca o della finanziaria nonostante non sia vero; addirittura si presentano con i titolo di “avvocato” quando è improbabile che un avvocato chiami un debitore e che nessun avvocato può essere dipendente di una società di recupero crediti);
  • Orari: i call center possono chiamare il debitore solo negli orari ordinari di lavoro e non possono fare oltre una telefonata ogni due giorni salvo urgenze particolari. È illecito telefonare il debitore in luoghi diversi dalla propria residenza (salvo non siano stati indicati nel contratto). Quindi le chiamate sul posto di lavoro o a parenti ed amici sono assolutamente illecite inoltre, il call center non può registrare la chiamata senza il consenso del debitore mentre quest’ultimo ha il diritto di registrare la chiamata per sporgere querela contro l’operatore o per iniziare una causa;
  • Linguaggi: l’operatore non può usare un linguaggio violento ed aggressivo altrimenti, se ripetuto, scatta il reato di stalking. (in caso di linguaggio volgare non è più possibile la querela per ingiuria perché tale reato è stato depenalizzato);
  • Privacy: il recupero crediti deve rispettare la privacy in merito ai dati sensibili del debitore forniti alla stipula del contratto;
  • Informazioni sui mancati pagamenti: le società di recupero crediti non possono comunicare informazioni sui mancati pagamenti a soggetti diversi dal diretto interessato. Così l’operatore telefonico non può rivelare le ragioni della telefonata ai familiari, ai colleghi di lavoro o ai vicini di casa del debitore, specie se con lo scopo di esercitare pressione su quest’ultimo;
  • Non aprire agli esattori: il debitore ha il diritto di non aprire agli esattori che sono solo dei dipendenti e non pubblici ufficiali e che, in caso di irreperibilità del debitore, non possono lasciare avvisi affissi alla porta. Il creditore (banca o finanziaria) è corresponsabile del comportamento illeciti delle società di recupero.

Leggi anche: Telefonata recupero crediti

Per difenderti dal recupero crediti devi conoscere le bugie che a volte dicono

Uno dei metodi più comuni usati dalle società di recupero crediti è quello di spaventare il debitore per ottenere il pagamento immediato. In molti casi, però, le frasi utilizzate dagli operatori sono fuorvianti o completamente false.

Ecco alcune delle bugie più frequenti, accompagnate dai chiarimenti utili per difendersi consapevolmente:

Se non paghi arriva l’ufficiale giudiziario a casa.

Questo è falso perché un ufficiale giudiziario possa bussare alla porta, serve un lungo iter legale:

  1. Mancato pagamento da almeno 6-8 mesi

  2. Comunicazione di decadenza del beneficio del termine

  3. Messa in mora da parte di uno studio legale

  4. Notifica di un decreto ingiuntivo

  5. Decorrenza dei 40 giorni senza opposizione

  6. Notifica dell’atto di precetto

  7. Solo a questo punto, può essere notificato un pignoramento

In pratica, ci vogliono diversi mesi o anni prima che si arrivi a un’esecuzione forzata. E ogni fase offre possibilità di difesa e contestazione, soprattutto in presenza di interessi illegittimi.

Se non paghi ti mettono l’ipoteca sulla casa

Anche questa è una bugia, per iscrivere un’ipoteca è necessario un titolo esecutivo, ottenibile solo dopo una causa o con un decreto ingiuntivo definitivo. Anche in questo caso, ci vogliono tempi lunghi e una precisa procedura giudiziaria.

Verrai segnalato alla centrale rischi e alla CRIF

Questo è vero ma… a segnalazione alla CRIF o alla Centrale Rischi è reale, ma non comporta conseguenze penali o giudiziarie. La cancellazione avviene automaticamente dopo un periodo stabilito, e non rappresenta un danno permanente. Se sei già in difficoltà economica, questa segnalazione potrebbe non cambia sostanzialmente la situazione.

Mandiamo l’esattore a casa tua


Questa non è proprio una bugia ma una mezza verità. Le società di recupero possono inviare incaricati privati, ma non sono pubblici ufficiali e non hanno alcun potere coercitivo. Non possono entrare in casa contro la tua volontà né imporre nulla. Hai il pieno diritto di non aprire la porta, ignorare l’incontro o chiedere che non si presentino più.

Il mancato pagamento è un reato: rischi il carcere

COMPLETAMENTE FALSO. Non pagare un debito non è mai un reato penale se non vai nell’inadempienza fraudolenta, ma un semplice inadempimento di natura civilistica. Le uniche conseguenze possono essere:

  • Azioni di recupero giudiziale (se autorizzate da un giudice)

  • Procedimenti esecutivi (pignoramenti, ipoteche) ma mai il carcere

Se non paghi, fallisci

Falso per te che sei un privato.  Il fallimento riguarda solo aziende o imprese individuali e solo con procedure specifiche.
Per un creditore, far fallire un debitore è complesso e richiede:

  • Titoli esecutivi (decreto ingiuntivo o sentenza)

  • Oppure titoli di credito validi (assegni, cambiali non scaduti)

Ovvero, tutte cose che una società di recupero crediti in questa primissima fase del tuo debito insoluto, non può produrre in tempi rapidi.

Sapere quali frasi sono solo intimidazioni ti permette di non cedere alla paura e agire con lucidità. Le società di recupero crediti fanno leva sull’emotività per spingerti a pagare subito, ma la verità legale è molto diversa da quella che raccontano al telefono.

Approfondisci anche: Rate del mutuo non pagate, dagli interessi di mora e segnalazione in Crif al pignoramento della casa

call center recupero crediti

Difendersi dal recupero crediti sapendo come operano

Per difendersi efficacemente da una società di recupero crediti, è fondamentale sapere chi si ha di fronte e in che modo opera. Esistono infatti due scenari ben distinti:

1. Quando la società agisce per conto del creditore originario

In molti casi, la società di recupero crediti non è proprietaria del debito, ma lavora su mandato della banca o della finanziaria. Dopo alcune rate non pagate, l’istituto preferisce affidarsi a queste società per tentare un recupero extra-giudiziale, evitando costi legali iniziali.

In questa situazione:

  • La società ti contatterà via telefono, e-mail o raccomandata.

  • Potrà proporre solo dilazioni di pagamento o rateizzazioni, ma non un saldo e stralcio, perché non ha il potere di chiudere la posizione in autonomia.

  • L’unico compito della società è quello di spingerti a pagare, spesso facendo pressione psicologica.

Difendersi qui significa non cedere al panico e sapere che le loro proposte non sono vincolanti né definitive.

2. Quando la società ha acquistato il credito (cessione)

In altri casi, la società ha acquistato il tuo debito tramite una cessione del credito. Qui la situazione cambia: diventa proprietaria del credito e quindi può:

  • Fissare direttamente gli importi da recuperare

  • Offrire trattative più flessibili, come il saldo e stralcio

  • Procedere per vie legali in autonomia

In questa circostanza, è più facile ottenere uno sconto sul debito complessivo, ma solo se la trattativa è condotta in modo consapevole. Sapere come agisce chi ha il controllo del tuo debito è il primo passo per decidere se trattare, attendere, o opporsi legalmente. Molte persone sbagliano perché non distinguono tra chi gestisce e chi possiede il credito: ecco perché la conoscenza operativa è una forma di difesa.

Didentersi dal recupero crediti conoscendo i loro limiti d’azione

Le società di recupero crediti non hanno potere esecutivo né decisionale: agiscono esclusivamente come intermediari nella fase stragiudiziale, con l’unico obiettivo di recuperare quanto dovuto senza passare per il tribunale.
Vengono incaricate dal creditore (banca o finanziaria) per evitare, almeno inizialmente, le spese di un’azione legale.

Queste società non possono avviare alcuna procedura giudiziaria per due motivi fondamentali:

  • Non sono titolari del credito, quindi non possono procedere legalmente in nome proprio.

  • Non dispongono di avvocati interni: per legge, gli avvocati non possono essere dipendenti della società.

Inoltre, spesso non sono nemmeno a conoscenza delle comunicazioni legali inviate da un avvocato a nome del debitore. Questo perché il loro ruolo è limitato e non comprende la gestione delle trattative legali.

Sapere tutto questo aiuta a non farsi intimidire e a risparmiare energie, evitando di trattare con chi non ha reali margini di manovra.