Le aziende che forniscono energia elettrica, servizi telematici e molto altro, per esigere i loro crediti si rivolgono, a loro volta, ad altre aziende che si occupano di sollecitare e richiedere il pagamento di fatture insolute dei clienti. Il loro obiettivo è “portare a casa” un risultato positivo e, molto spesso, non tengono conto di chi è all’altro capo del telefono utilizzando atteggiamenti pressanti e pesanti dal punto di vista psicologico.

Non è raro ritrovarsi a gestire continue telefonate con operatori dai toni aggressivi che non permettono più lo svolgimento di una vita tranquilla, quindi è necessario cercare un rimedio per poter far fronte agli insoluti ma anche per tornare a vivere serenamente.

È bene sapere che molti degli atteggiamenti usati dalle società di recupero crediti, sono punibili dalle autorità giudiziarie.  Infatti in passato è stata già dimostrata tale possibilità con condanne ai danni di alcune di queste società. Ovviamente non tutti hanno imparato la lezione, per cui, ancora oggi, tali situazioni stressanti si verificano ancora. Come agire allora contro le continue telefonate dei call center che chiedono il pagamento di un insoluto in modo insistente? Ecco tutti i casi in cui è possibile denunciare le aziende che si occupano di tale mansione.

 

Quando si profila il reato di stalking

 

Lo stalking è uno dei reati di cui si parla molto spesso ma in altri ambiti, però, pochi sanno che tale illecito può essere commesso anche quando si parla di società di recupero crediti e di call center fastidiosi. A pronunciarsi in tal senso è stata la Corte di Cassazione analizzando il caso di un debitore che si è trovato a rispondere a più di 8 chiamate giornaliere da parte di un call center che richiedeva il pagamento di una fattura. in questo caso ci si è espressi confermando il reato in oggetto e imputando all’azienda l’anteposizione di obiettivi di profitto a quelli di riposo e tranquillità della persona.

Le continue telefonate verso un debitore da parte di un’agenzia di recupero crediti sono equiparabili a delle vere e proprie molestie, pertanto insostenibili dal destinatario di tali continue attenzioni. Ma come si può denunciare?

  1. Prima di tutto bisogna procedere contro la società di recupero crediti per stalking telefonico
  2. in seguito va coinvolto l’operatore del call center che ha messo in campo atteggiamenti aggressivi sporgendo querela contro persona da identificare.

Il reato in oggetto scatta non solo nel caso di disturbo della quiete di una persona identificabile come molestia ma anche se vi è una semplice richiesta di restituzione del denaro fatta in modi che vanno oltre la petulanza. A essere sanzionato, in questo caso, è l’uso improprio del telefono che diventa un mezzo per infastidire.

A confermare tale situazione e a permettere la possibilità di agire legalmente è il Codice Penale da cui si evince che il reato di molestia si profila quando chiunque ponga in essere una condotta impropria e con insistenti richieste verso un terzo rechi a lui disturbo, quindi arreca molestia all’altro, è passibile di ammenda fino a 516 euro ma non solo, può esserci l’arresto e la reclusione che può arrivare a toccare anche i sei mesi.

Il vero e proprio reato di molestia si verifica quando il creditore assilla il debitore a ogni ora della giornata e, molto spesso, anche di notte. Al contrario non è denunciabile una semplice richiesta di pagamento del credito che non sia accompagnata da minacce o da insistenti telefonate. In questo caso non si può procedere legalmente.

 

L’eventualità della prassi illecita

 

A essere incriminato non è solo il reato di molestia ma anche altre condotte che arrivano a toccare proprio la minaccia. Questa non riguarda solo la violenza verbale ma anche altri mali ingiusti.

Non è raro che dei dipendenti di call center delegati a tale compito facciano credere al debitore l’avvio di una procedura giudiziaria che arrivi al pignoramento. Ebbene si tratta di una menzogna perché nessuna società di recupero crediti può agire in tal senso. Per farlo è necessario l’ausilio di un avvocato che dovrà agire emettendo un decreto ingiuntivo e avviando un procedimento differente e dalle tempistiche più lunghe.

Il comportamento di un operatore senza scrupoli che arriva anche ad adottare toni non proprio felici, piuttosto violenti e aspri non solo verso il debitore ma anche contro i familiari, è passibile di denuncia per violazione della privacy ed è anch’essa una prassi illegittima.

Il garante della privacy si rivolge ancora una volta alle società che adottano metodi, molto spesso, poco ortodossi, ammonendo e vietando le chiamate a orari insoliti come la notte o all’ora di pranzo, con frequenza ravvicinata e dai toni fastidiosi. Il codice penale copre tali eventualità e ne permette la denuncia delle società verso le autorità.

 

Come proteggersi dalle pratiche scorrette

 

L’autorità che si occupa di garantire una corretta concorrenza sul mercato punisce tutte le pratiche commerciali violente nei confronti dei debitori insolventi. Non è raro che per intimorire ulteriormente tali società mettano in campo atti di citazione in giudizio di dubbia validità presso tribunali non competenti dal punto di vista legale. Il fine è quello di spingere la persona a pagare anche se il credito non sempre è esigibile o è di dubbia proveniente, oppure risulta prescritto.

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Tali comportamenti, per legge, sono sanzionabili perché condizionano i consumatori dal punto di vista psicologico e possono portare loro anche a gravi conseguenze. Pertanto in caso di richieste insistenti ritenunte infondate bisogna rivolgersi presso le autorità competenti e prendere i dovuti provvedimenti contro le società di recupero crediti senza scrupoli.