Durante un periodo di crisi economica, può accadere che un’azienda si trovi in uno stato di insolvenza nei confronti dei propri creditori, non riuscendo a soddisfare i propri obblighi finanziari.

Esistono diverse alternative disponibili per evitare il rischio di un fallimento imminente.

Una di queste alternative è rappresentata dal concordato in bianco conosciuto anche come concordato con riserva, un accordo che l’impresa insolvente può stipulare con i propri creditori al fine di cercare una soluzione equa e vantaggiosa per entrambe le parti coinvolte.

Che cos’è il concordato in bianco

Il concordato in bianco, detto anche concordato con riserva, consente all’azienda di negoziare e raggiungere un accordo con i creditori, stabilendo nuove condizioni di pagamento o una ristrutturazione del debito. Questo tipo di concordato viene denominato “in bianco” perché non implica la presentazione di una proposta specifica iniziale da parte dell’impresa insolvente.

È in grado dunque, di fornire un maggiore lasso di tempo all’imprenditore per soddisfare il proprio debito, in quanto, una volta avviata la proposta, i creditori non possono procedere autonomamente in alcun modo e, se depositato, il concordato in bianco sospende le istanze di fallimento e le istanze esecutive e cautelari a carico dell’azienda.

Perché si possa avviare il concordato, c’è bisogno che l’impresa venga analizzata, che si faccia un resoconto del valore dei beni, un elenco dei creditori e dei titolari di diritti reali o personali sui beni di proprietà del debitore.

Questi dati devono essere verificati da un revisore legale indipendente. In ogni caso il Tribunale può nominare un commissario giudiziale o un ausiliario del Giudice per svolgere ulteriori verifiche e può concedere l’amministrazione straordinaria all’azienda, senza rimuovere la titolarità dell’attività all’imprenditore.

Cos’è il concordato preventivo

Altro strumento a disposizione degli imprenditori per non incorrere nel fallimento è il concordato preventivo. Questo strumento prevede un accordo con i creditori che permette sia di migliorare la situazione economica dell’impresa, sia di adempiere al proprio debito.

Il concordato preventivo procura benefici sia all’imprenditore, che può evitare il fallimento, sia al creditore che può veder soddisfatto il proprio diritto.

Affinché il concordato preventivo produca effetti è necessario che il creditore accetti la proposta di risanamento dell’imprenditore.

Il piano può contenere:

  • la cessione dei beni aziendali;
  • il trasferimento di prodotti finanziari al creditore;
  • strumenti straordinari.

Ovviamente può ricorrere all’utilizzo di questi strumenti un’impresa che ha difficoltà a soddisfare il credito di terzi. Per evitare il fallimento, l’imprenditore può richiedere al Tribunale del luogo presso cui ha sede l’azienda di ricorrere al concordato preventivo, secondo quanto previsto dall’articolo 161 della Legge Fallimentare.

Approfondisci: Concordato preventivo, cos’è e come ottenerlo

I documenti necessari per richiedere il concordato

Per richiedere il concordato, l’imprenditore deve fornire al Tribunale anche:

  • una relazione di un avvocato, un commercialista o di un revisore contabile che attesti la correttezza della proposta;
  • un bilancio di esercizio che dimostri la difficoltà economica dell’azienda;
  • una relazione su tutti i beni di proprietà dell’azienda;
  • l’elenco dei creditori;
  • l’elenco dei beni di proprietà dell’imprenditore se si tratta di ditta individuale o di soci con responsabilità limitata.

Dopo un’attenta analisi di tutta la documentazione, il Tribunale può accettare o rigettare la richiesta di proposta di concordato.

Se la proposta viene accettata il commissario giudiziale procede alla convocazione via posta dei creditori, per poi redigere una nota informativa che illustra la proposta.

Il concordato risulta effettivo solo se i creditori accettano la proposta.