Gli acquisti effettuati con pagamenti rateizzati sono in continuo aumento, e di conseguenza sono aumentati anche i ritardi e i mancati pagamenti delle rate, a causa delle difficoltà riscontrate da famiglie e aziende nel rimborsare i prestiti e saldare i propri debiti nei tempi previsti.

Tuttavia non pagando le rate entro i termini si rischia di macchiare la propria storia creditizia, ritrovandosi facilmente segnalati come cattivi pagatori, il che comporta non pochi problemi connessi all’accesso al credito.

Infatti, nel momento in cui si richiede un finanziamento, un prestito o un mutuo, le banche o gli altri enti finanziari verificano in primis la solvibilità e l’affidabilità finanziaria del richiedente, consultando delle banche dati nelle quali sono raccolte e gestite le informazioni riguardanti i rapporti di credito fra banche, società finanziarie e i loro clienti.

Cosa sono i SIC (Sistemi di Informazioni Creditizie)

Quando si accede al credito, anche in veste di garante, si viene censiti nei SIC, i Sistemi di Informazioni Creditizie, nei quali sono presenti i dati relativi a tutti i contratti di prestiti e mutui stipulati da banche e società finanziarie con i clienti. Tra le banche dati, quelle più famose sono Crif, Experian e Ctc.

Tale sistema è concepito con lo scopo di evitare che insorga sia il rischio di concedere prestiti a soggetti che non sarebbero capaci di rimborsarli, sia il rischio di sovraindebitamento.

Sono sempre gli istituti di credito a consultare i dati raccolti nei SIC, al fine di accertarsi sull’affidabilità creditizia del cliente e valutare l’opportunità o meno dell’erogazione del credito. Inoltre gli istituti creditori effettuano anche un aggiornamento periodico di tali banche dati.

Nella situazione di un finanziamento erogato, la banca o l’ente finanziario invia ai SIC tutte le informazioni circa l’andamento dei pagamenti per le diverse tipologie di credito. Nei SIC vengono raccolti anche i dati di chi effettua soltanto la richiesta di un finanziamento ma poi non lo ottiene, e anche l’informativa positiva relativa ai rapporti che si concludono in modo regolare.

Tempi di conservazione dei dati. Quanto dura la segnalazione?

Vi è una normativa che stabilisce i tempi massimi di conservazione dei dati all’interno dei database dei SIC, i quali variano a seconda delle seguenti situazioni:

  • Richieste di credito: 6 mesi o 1 mese nel caso di rifiuto o rinuncia al finanziamento
  • Morosità di una o due rate (o mensilità) poi sanate: 12 mesi a partire dalla data di regolarizzazione
  • Morosità di più di due rate (o mensilità) poi sanate: 24 mesi dalla data di regolarizzazione
  • Morosità mai sanate: 36 mesi dalla scadenza contrattuale o dall’ultimo aggiornamento
  • Informazioni positive circa il pieno rispetto del piano di rimborso del finanziamento: 36 mesi dalla cessazione del rapporto, dalla scadenza del contratto o dal primo aggiornamento del mese successivo a tali date.

Quando i tempi massimi di conservazione dei dati negativi sono decorsi, i SIC procedono alla loro cancellazione automatica.

Segnalazioni illegittime e riabilitazione del merito creditizio

Il Garante della Privacy, dal 2005, ha stabilito delle regole anche per quanto riguarda gli obblighi di informazione al debitore sui suoi diritti circa i dati stessi: i debitori devono sempre essere avvisati della loro potenziale iscrizione presso uno o più SIC.

Prima di effettuare la segnalazione dei dati negativi, l’istituto di credito è sempre obbligato ad avvertire il soggetto interessato attraverso una lettera di preavviso dell’imminente registrazione dei suoi dati personali, la quale deve essere specifica e puntuale, in quanto deve permettere al cliente di pagare tempestivamente il debito ed evitare così delle conseguenze pregiudizievoli.

Se la comunicazione non viene effettuata, le segnalazioni perdono la propria legittimità e può esserne richiesta la cancellazione.

La segnalazione negativa crea un vero e proprio danno a chi la subisce, perché gli conferisce la reputazione di pagatore inaffidabile, che non merita o non può sostenere degli impegni finanziari, con conseguenze come l’impossibilità di accedere al credito, il congelamento o addirittura la revoca di un credito già concesso.

Prestiti e finanziamenti a protestati e cattivi pagatori

Al soggetto protestato o segnalato come cattivo pagatore è preclusa ogni possibilità di ottenere nuovi prestiti. In questo caso una soluzione efficace potrebbe essere quella della cessione del quinto dello stipendio o della pensione, ovvero una tipologia di prestito personale che permette di rimborsare il debito contratto attraverso una trattenuta nella busta paga o nella pensione di una quota equivalente a un quinto dell’importo mensile netto.

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