Troppo spesso i creditori hanno la necessità di iniziare una procedura di recupero credito nei confronti di un condominio che non ha saldato il suo debito.

I condomini non pagano le fatture per mancanza di liquidità sui conti comuni e gli amministratori si trovano a comunicare l’impossibilità a pagare per mancanza di denaro nella cassa.

In questi casi la procedura per il recupero del credito potrebbe persino arrivare a rivalersi sui beni dei singoli condomini che abitano nel palazzo.

I creditori infatti sono tutelati dalla legge e hanno la possibilità di iniziare una procedura di recupero del credito del condominio.

Continua a leggere l’articolo su Debito Bancario, esamineremo sono i seguenti passaggi:

  1. notifica del decreto ingiuntivo;
  2. invio dell’atto di precetto;
  3. pignoramento del conto corrente condominiale oppure pignoramento dei beni dei condomini.

Il decreto ingiuntivo

Il primo strumento che la legge mette a disposizione dei creditori dei condomini è il decreto ingiuntivo, cioè una notifica di invito a pagare.

Il decreto ingiuntivo intestato al condominio non differisce dalla normale procedura di recupero crediti, è solo necessaria la prova del pagamento dovuto (come una fattura o un contratto scritto) per dimostrare il diritto a ricevere tale somma di denaro.

Dopo la ricezione della notifica del decreto da parte del giudice, su istanza del creditore, l’amministratore di condominio è obbligato ad avvisare l’assemblea.

Al fine di evitare possibili rivalse sui beni dei singoli condomini, se l’amministratore non si occupa di comunicare il decreto ingiuntivo il prima possibile potrebbe essere rimosso dal suo ruolo con effetto immediato.

La tempestività è molto importante in questa fase del recupero del credito, perché se non si fa comunicazione di opposizione del decreto ingiuntivo entro 40 giorni dalla ricezione, questo diventa definitivo e non può più essere rigettato.

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L’atto di precetto

L’atto di precetto è un nuovo avviso che il creditore invia dopo il decreto ingiuntivo, tramite il giudice incaricato, come ultima richiesta di pagamento prima di iniziare la procedura di pignoramento del conto corrente o dei beni dei singoli condomini.

L’atto di precetto è un invito a saldare le somme di denaro dovute entro e non oltre 10 giorni dalla notifica dell’atto.

Questa fase del recupero credito del condominio è molto importante perché, se l’amministrazione non potrà procedere con il saldo del debito, il creditore avrà il diritto di iniziare la procedura di pignoramento entro 90 giorni dalla notifica dell’atto di precetto.

Se il creditore non inizia il pignoramento entro i 90 giorni, può inviare un nuovo atto di precetto e far ripartire il conteggio dei giorni.

L’atto di precetto quindi è un ultimo invito al pagamento prima di iniziare il pignoramento.

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Il pignoramento del conto corrente condominiale 

Se anche l’atto di precetto non ha fatto sì che il condominio pagasse il debito, il creditore potrà iniziare a rivalersi sul conto corrente condominiale con il pignoramento dello stesso.

Dopo la notifica dell’atto di precetto, il creditore può farsi comunicare dal Presidente del Tribunale la banca presso la quale il condominio ha il conto corrente e iniziare il pignoramento.

Se la procedura non andasse a buon fine, oppure il conto corrente non fosse sufficiente per recuperare l’intero importo del credito, allora si andranno ad intaccare i beni dei singoli condomini.

Attenzione però perché il creditore non è obbligato a iniziare il pignoramento del conto corrente condominiale, potrebbe decidere di rivalersi direttamente sui beni di proprietà dei singoli condomini.

Il pignoramento del conto corrente comune e quello dei beni dei condomini non sono procedure alternative per recupero del credito, possono essere procedure complementari.

È semplicemente una buona norma iniziare dal conto corrente condominiale, ma non obbligatorio.

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Il pignoramento dei beni dei condomini 

Il pignoramento dei beni dei singoli condomini può agire sui conti correnti nella forma di un quinto dello stipendio e della pensione, ma anche su eventuali affitti derivanti dagli appartamenti dell’edificio.

Il pignoramento nei confronti dei singoli condomini deve rispettare solo due regole:

  1. il creditore deve prima iniziare la rivalsa nei confronti abitanti “morosi”, cioè quelli per cui risultano altri debiti (come bollette condominiali non pagate) perché si presume che sia dal quei mancati pagamenti che è venuta a meno la liquidità per saldare il credito in questione;
  2. ogni condomino può essere sottoposto al pignoramento solo per la propria quota condominiale, il creditore non può pretendere l’intero pagamento da uno solo degli abitanti.

Se dopo l’intera procedura che abbiamo analizzato, il recupero del credito del condominio non è ancora soddisfatto (per mancanza di fondi) e le somme non sono state pagate, al creditore non rimane che aspettare che l’abitazione abbia più denaro.

Per non far cadere in prescrizione il credito, è necessario inviare periodicamente un nuovo decreto ingiuntivo al condominio.