Ogni giorni riceviamo moltissime chiamate indesiderate, da call center di varia natura che vogliono proporci servizi di energia elettrica, gas, telefonia e molto altro ancora. Ma per quelle persone che hanno una posizione debitoria irrisolta, ancora più spiacevoli sono le chiamate del recupero crediti. Sono in tanti quindi a chiedersi se esista un modo per bloccare questi numeri, e per questo motivo nelle prossime righe forniremo una risposta.

Bloccare chiamate recupero crediti: è possibile?

Come anticipato, tra le tante telefonate indesiderate della quotidianità potrebbero verificarsi anche quelle del recupero crediti. Gli addetti al recupero contattano il soggetto per esprimere la loro preoccupazione in merito al debito non pagato, e di conseguenza per sollecitarne il pagamento. La tecnologia però, fortunatamente corre in aiuto per chi viene contattato sullo smartphone.

In circolazione infatti, esistono moltissime applicazioni disponibili per i due principali sistemi operativi Android e iOS che tornano utili a questo scopo. Ognuna di queste chiaramente può offrire funzionalità differenti. Le principali ad esempio consento di creare delle Calls Blacklist oppure Calls Whitelist. Nel primo caso è possibile inserire direttamente i numeri da cui non si desidera essere contattati.

Al contrario, le Whitelist sono elenchi di numeri permessi (e non sgraditi). Queste app per smartphone inoltre, permettono anche bloccare i numeri anonimi privati, oppure tutti quelli che non fanno parte della propria rubrica. Le applicazioni più evolute consentono persino di attivare attivare questi importanti servizi solamente in momenti precisi della giornata, selezionandone gli orari.

Il funzionamento alla base di questi software è sempre lo stesso. Nel momento in cui arriva la chiamata infatti, il telefono riaggancia automaticamente, evitando la scocciatura. All’utente viene comunque lasciata la possibilità di ricevere una notifica dell’avvenuta chiamata, oppure di consultare le liste dei numeri indesiderati che hanno chiamato.

La condotta delle società di recupero crediti

Le società di recupero crediti sono tenute a seguire un preciso codice di condotta. In questo campo quindi, sono vietate tutte quelle pratiche ritenute invasive, ma anche lesive del diritto alla riservatezza. E questo discorso è valido indipendentemente dall’autorità di cui gode il soggetto che sta portando avanti tali azioni. Questo significa che non è importante si tratti di un capo-area piuttosto che del direttore di una banca.

Qualsiasi comportamento contrario a queste semplici regole, è da ritenersi vietato, e proprio per questo motivo sanzionabile. Le società di recupero crediti inoltre, non possono contattare i debitori attraverso numeri anonimi. Anche in questo caso scatterebbe la sanzione. Questo significa che possono essere impiegati solo ed esclusivamente numeri visibili.

In aggiunta, chi si occupa materialmente di fare la chiamata, deve accertarsi che l’interlocutore sia realmente il debitore. Da questo si evince come la telefonata non possa realizzarsi con un parente o un conoscente. Solamente verificato questo aspetto, l’addetto al recupero potrà presentarsi e spiegare per quale motivo sta chiamando. In caso contrario, la telefonata sarebbe illegittima.

Lo stesso discorso di illegittimità è valido anche per eventuali chiamate effettuate con una voce registrata che intima il pagamento. Dietro una qualsiasi richiesta infatti, deve per forza esserci una persona reale, che si assumerà le responsabilità di quanto comunicato, e mai una voce guida. Il motivo è molto semplice: a rispondere potrebbe essere chiunque, magari un parente, e come detto questo è illegale.

Ma non finisce qui. Gli addetti al recupero non possono minacciare pignoramenti o sequestro dei beni per convincere il debitore a pagare. Questo significa che tali addetti non sono autorizzati a comunicare possibili azioni esecutive, né hanno la facoltà di minacciare ritorsioni di inoltro della pratica alla Centrale Rischi CRIF. Questo perché l’informazione in tali casi è ingannevole, e serve solamente a mettere ansia al debitore.

Anche in questo caso il motivo è piuttosto semplice. Il pignoramento infatti, è un’azione che non viene decisa dal creditore, ma solamente da un giudice in seguito a un procedimento piuttosto complesso. Solamente al termine, verrà emesso un titolo esecutivo, come una cambiale, un assegno protestato o un decreto ingiuntivo. Un semplice lettera di messa in mora invece, non produce nulla.

Chiamate su un numero diverso da quello comunicato

In tanti si chiedono se le società di numero crediti abbiano la facoltà di contattare il debitore su un numero diverso da quello comunicato in fase di sottoscrizione del contratto. La risposta è negativa: per ragioni di privacy, la chiamata può avvenire solo ed esclusivamente sul numero di telefono comunicato in origine. Le società non sono quindi autorizzate ad ottenere un nuovo numero per vie traverse.

Ad esempio non possono parlare con un parente, piuttosto che un collega o una qualsiasi altra persone per farsi comunicare il nuovo numero. Come spiegato in precedenza infatti, non è possibile riferire a soggetti terzi il motivo della chiamata. Mai come in questi casi, se la situazione dovesse verificarsi, può valere la pena di sfruttare le funzionalità di una delle tante app per bloccare le chiamate recupero crediti.