I debiti dei genitori in vita gravano sui figli solo dopo la morte di mamma e papà. Affinché ciò avvenga però, i figli devono aver accettato l’eredità.

 

Capita abbastanza frequentemente di interrogarsi sul chi paga i debiti dei genitori in vita e cercare di capire come tutelarsi al meglio quando, per sfortuna, si tratta di somme abbastanza importanti.

 

Tuo padre ha gestito un’impresa per diversi anni ma nel tempo, ha fallito diverse volte come altrettante volte si è ripreso e si è rialzato per ricominciare tutto da capo.

 

Tutto ciò sicuramente l’ha reso ai tuoi occhi una persona degna di tanta stima per aver dimostrato di essere sempre all’altezza di saper affrontare le difficoltà economiche ma, la domanda che viene fuori però è spontanea e lecita: “i figli possono rispondere ai debiti dei genitori?”

La tua paura è quella di ritrovarti i creditori di tuo padre sotto casa, magari quando lui sarà già pensionato.

 

Hai dei beni mobili, beni immobili, uno stipendio e una famiglia e non puoi permettere che ciò accada!

 

In questo articolo analizzeremo i due casi in cui i figli sono chiamati a pagare i debiti dei genitori in vita soffermandoci su: 

 

  • l’eredità;
  • il garante;

 

Quando i debiti dei genitori in vita li pagano i figli?

 

Invalidi, nullatenenti o in pensione. I debiti dei genitori in vita ricadono solo ed esclusivamente su di loro. Dopo la morte, i loro debiti passeranno ai figli, a meno che quest’ultimi non abbiano rifiutato l’eredità.

 

I figli eredi possono essere di due tipi:

 

  • erede puro e semplice;
  • erede con beneficio di inventario.

 

Questi due rispondono ai debiti dei genitori dopo la morte sempre al limite della propria quota.

 

Ciò non è valido invece per le multe, che restano sempre personali e non si trasmettono con alcuna successione. 

 

Multe o sanzioni fiscali non passano dunque mai ai figli, neanche se questi accettano l’eredità dei genitori.

 

Anche se i figli vivono a casa di padre e madre con debiti o se hanno accettato di ospitare nella propria casa i genitori indebitati, i figli non rischieranno assolutamente nulla nei confronti del creditore.

 

Come anticipato però, esistono due casi in cui dei debiti dei genitori in vita devono rispondere i figli:

 

  • in caso di garante;
  • in caso di convivenza.

 

Pagare i debiti dei genitori in vita: il garante

 

Uno dei due casi in cui i debiti dei genitori in vita si ripercuotono sui figli è quanto questi fanno da garante.

 

La garanzia viene onorata con la formalizzazione di un contratto conosciuto come “fideiussione”.

 

La maggior parte delle volte i figli firmano presso le banche, una sfilza di documenti e atti di cui non prestano molta attenzione al contenuto. Firmano i fogli solo per assecondare la richiesta del genitore che si mostra in difficoltà e bisognoso di un prestito.

 

Quindi senza leggere il contenuto e dare la giusta attenzione a quanto scritto, spesso si è soliti pensare che ciò che si sta firmando, sia carta senza alcun valore mentre è tutto il contrario; quei fogli sono dei veri e propri documenti, fonti di obbligazione.

 

Quindi firmando i documenti, i figli esprimono il proprio consenso alla banca di pignorare anche il patrimonio a disposizione oltre che pignorare quello del debitore.

 

Dunque, se si firma la fideiussione, sarà impossibile successivamente venirne fuori dalla figura di garante di un prestito.

 

Se sei stato in banca con uno dei tuoi genitori e hai firmato dei fogli senza prima leggere il contenuto, presta molta attenzione. Recupera quei documenti e verifica di cosa si tratta.

 

Se si dovesse trattare davvero di fideiussioni, hai acconsentito a fare da garante con il tuo patrimonio al debito non corrisposto di uno dei tuoi genitori.

 

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Pagare i debiti dei genitori in vita: il convivente

 

Oltre al garante, i figli possono pagare i debiti dei genitori in vita quando ci si trova in situazioni di convivenza.

 

Nel caso in cui il creditore si trova nella posizione di dover procedere con un pignoramento mobiliare, l’ufficiale giudiziario può anche recarsi presso la residenza del debitore e prendere quanto trova di valore.

 

Se però tali beni risultano possedere ai figli, sarà necessario dimostrare la propria appartenenza presentando fatture o documenti che possano accertare quanto dichiarato.

 

Nel caso in cui non sia possibile accertare l’appartenenza di un determinato bene, la legge prevede una presunzione di proprietà in capo ai debitori dei beni mobili ritrovati all’atto del pignoramento presso la residenza.

 

Tutto ciò può accadere solo nel caso del pignoramento immobiliare e non per il pignoramento di stipendi, conti correnti e immobili.

 

Quindi, è abbastanza chiaro che non è assolutamente possibile rischiare che la propria abitazione venga ipotecata o espropriata solo perché si ospita uno o entrambi i genitori debitori.