Cosa sono i debiti con l’Agenzia delle Entrate Riscossione
I debiti con l’Agenzia delle Entrate Riscossione derivano da mancati pagamenti di imposte, contributi o altre obbligazioni fiscali iscritte a ruolo. L’agente della riscossione gestisce queste posizioni attraverso la notifica delle cartelle esattoriali.
Le cartelle esattoriali sono atti amministrativi emessi per riscuotere coattivamente somme non versate nei termini. Contengono l’indicazione dell’importo dovuto, delle sanzioni, degli interessi di mora e degli eventuali aggi di riscossione.
Il contribuente può ricevere una cartella per debiti relativi a IRPEF, IVA, INPS, multe stradali, tributi locali o accise. Il mancato pagamento della cartella comporta l’attivazione di misure cautelari o esecutive come il fermo amministrativo, l’ipoteca o il pignoramento.
Le cartelle di pagamento si prescrivono in 5 o 10 anni a seconda del tipo di tributo. È possibile eccepire la prescrizione o altri vizi formali attraverso ricorsi al giudice tributario o istanze in autotutela.
Come funziona la nuova rottamazione dei debiti con l’Agenzia delle Entrate Riscossione
La nuova rottamazione dei debiti con l’Agenzia delle Entrate Riscossione è una misura agevolativa in fase di definizione da parte del Governo. Ha lo scopo di favorire il rientro volontario dei contribuenti con cartelle esattoriali pendenti.
Secondo le anticipazioni, la nuova rottamazione si applicherà ai carichi affidati all’Agente della riscossione entro una data definita, probabilmente fino al 31 dicembre 2023. Potrebbero essere incluse anche le cartelle già oggetto della precedente “rottamazione-quater”.
La definizione agevolata dovrebbe prevedere l’annullamento integrale di sanzioni e interessi di mora, con la possibilità di pagare solo il capitale e gli aggi di riscossione. È atteso anche l’allungamento delle scadenze rateali rispetto alla precedente misura.
Nel decreto attuativo potrebbe essere stabilito un piano di ammortamento flessibile, con rate mensili distribuite su 5 anni, e l’eliminazione del doppio acconto iniziale, che aveva causato criticità nella precedente edizione.
Chi può aderire alla nuova rottamazione dell’Agenzia delle Entrate Riscossione
Possono aderire alla nuova rottamazione sia i contribuenti che hanno aderito alla precedente rottamazione-quater e non hanno completato i pagamenti, sia coloro che non avevano presentato alcuna richiesta. La misura è aperta a persone fisiche, professionisti, imprese e titolari di partita IVA.
Saranno esclusi i debiti già definiti con sentenza passata in giudicato e quelli derivanti da condanne penali. È possibile che vengano escluse anche le cartelle relative a risorse proprie dell’Unione Europea o a crediti di natura non tributaria soggetti a regole comunitarie.
È probabile che venga previsto un importo massimo definibile con la rottamazione per ciascun contribuente o un vincolo temporale su vecchie rateizzazioni decadute.
Il contribuente potrà presentare la domanda in via telematica attraverso l’area riservata del sito www.agenziaentrateriscossione.gov.it o rivolgersi a un intermediario abilitato.
Quali sono le alternative alla rottamazione per debiti con l’Agenzia delle Entrate Riscossione
I contribuenti che si trovano in una situazione di grave difficoltà economica possono accedere a strumenti alternativi alla rottamazione, previsti dalla normativa vigente. Il principale è la legge sul sovraindebitamento (L. 3/2012), oggi confluita nel Codice della Crisi d’Impresa.
Il sovraindebitamento consente ai soggetti non fallibili di proporre un piano di ristrutturazione del debito davanti al Tribunale, con possibile riduzione sostanziale delle somme dovute. È applicabile anche a persone fisiche, pensionati e piccole imprese.
Un’altra misura utile è la transazione fiscale prevista dagli articoli 63-65 del Codice della Crisi. Consente alle imprese e ai professionisti in crisi di proporre all’Erario il pagamento parziale del debito tributario con piano rateale fino a 5 anni.
Tra le opzioni possibili rientra anche l’autotutela, ovvero la richiesta di annullamento totale o parziale delle cartelle per errori materiali, vizi formali, prescrizione o mancata notifica.
- Ristrutturazione del debito: riduzione o rinegoziazione giudiziale delle somme.
- Concordato minore: strumento dedicato a lavoratori autonomi o ditte individuali.
- Liquidazione controllata: utile nei casi di debito non sostenibile senza patrimonio.
Quando contestare una cartella esattoriale dell’Agenzia delle Entrate Riscossione
Una cartella esattoriale può essere contestata se presenta vizi di forma, è prescritta, non è mai stata notificata o contiene importi già pagati. La contestazione può avvenire tramite ricorso al giudice competente o con istanza di autotutela.
Il termine per proporre ricorso è generalmente di 60 giorni dalla notifica, ma può variare in base alla natura del tributo. Per i tributi locali, la competenza è del giudice ordinario. Per IRPEF, IVA e imposte dirette, il ricorso si presenta al giudice tributario.
La prescrizione dei tributi segue regole diverse: ad esempio, l’IRPEF si prescrive in 10 anni, mentre le multe stradali in 5. La mancata notifica entro i termini comporta la nullità della pretesa.
È utile verificare l’estratto di ruolo sul sito dell’Agenzia delle Entrate Riscossione, dove è possibile consultare le cartelle, gli importi e lo stato di notifica.
Esempi pratici di riduzione del debito con l’Agenzia delle Entrate Riscossione
Un contribuente con un debito di €10.000 è riuscito a ottenere una riduzione a €2.000 grazie a un piano di sovraindebitamento omologato dal Tribunale. Il pagamento è stato suddiviso in rate mensili da €200.
Un’impresa in difficoltà ha aderito alla transazione fiscale ottenendo uno sconto dell’80% del debito e pagando il residuo in 60 rate mensili. La proposta è stata approvata dall’Agenzia e omologata dal giudice.
Un soggetto ha presentato un’istanza di annullamento in autotutela per una cartella da €3.500 relativa a una sanzione già prescritta. L’istanza è stata accolta e il debito annullato.
La consulenza di un esperto può aiutare a verificare se esistono cartelle annullabili o se sia più vantaggiosa la definizione agevolata o l’accesso agli strumenti concorsuali.
Quali sono gli strumenti per uscire dai debiti con l’Agenzia delle Entrate Riscossione
Chi ha debiti con l’Agenzia delle Entrate Riscossione può ricorrere a più strumenti legali per ridurre, rateizzare o annullare le somme dovute. Le principali opzioni includono la rottamazione, il saldo e stralcio, la rateizzazione ordinaria, l’accesso alla legge sul sovraindebitamento, la transazione fiscale e l’autotutela.
La scelta dello strumento adeguato dipende dall’ammontare del debito, dalla capacità di pagamento, dalla situazione patrimoniale e dalla presenza di cartelle contestabili o già prescritte.
L’assistenza di un professionista esperto in diritto tributario e procedure concorsuali è fondamentale per valutare la strategia più efficace, anche in presenza di procedimenti esecutivi già avviati.
Intervenire tempestivamente può evitare il pignoramento dei beni, l’ipoteca sulla casa, il fermo amministrativo e altre misure invasive. La conoscenza degli strumenti disponibili permette di evitare soluzioni improvvisate e affrontare il problema in modo strutturato.